LA PIRAMIDE DI SANGUE, Tebe

Creato il 27 luglio 2012 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Tebe è il primo parto di questo numeroso ensemble piemontese (notevole la resa dal vivo, nel mazzo ci sono elementi di Movie Star Junkies) ed è un disco che farà parlare di sé.

Negli ultimi anni ─ anche i più distratti se ne saranno accorti ─ sono tornati in auge suoni in odor di cinema, spesso dalle tonalità oscure e intrisi di krautismi assortiti (parte di quella che è stata battezzata italian-occult-psichedelia, solo per fare un esempio). La Piramide Di Sangue si avvicina a quelle coordinate, ma prova a compiere un salto in avanti, nel senso che rilegge direttamente certe partiture dal vago sentore cinematografico, anche se poi non lo sono per davvero, a dirla tutta. Nel farlo alla sua maniera risultano però non ancora a fuoco alcune caratteristiche, come certi accostamenti “storico-estetici” al moniker e al titolo del disco, che però potrebbero non essere necessariamente un male. Qui stanno i paradossi tutti interni a un genere che troviamo comunque interessante, sia chiaro, pur rendendoci conto che poi tanto nuovo e solo genere non è.

Tuttavia, considerazioni personali a parte (ci vorrebbe un articolo più esaustivo sulla questione), Tebe è un buon album che sa (appunto) di colonna sonora bruciata, di clarinetti che cantano solitari nell’aria cocente del Sahara e di bassi e chitarre ottundenti che tanto ricordano da vicino i Master Musicians Of Bukkake. I ragazzi, zitti zitti, ci propongono pezzi interessanti e articolati, come ad esempio la melodica “Sandalo”  – in sostanza il loro singolo – e “In Bici Sulla Strada Della Perdizione”, che sembra fare il verso ai pomeriggi assolati e a certi Ronin più ebbri del solito. Si fa notare poi il balkan-rock della morfinica“Complotti A Tebe”, che a un certo punto svisa free e deraglia come un treno fuori dai binari.  Chiude il tutto la lunga “L’Invasione Delle Locuste”, accompagnata dalla voce salmodiante di quello che pare essere un muezzin, e con i fiati sugli scudi.

Debutto più che promettente, e disponibile in vinile rosso in edizione limitata a 500 copie, per una coproduzione Sound Of Cobra/Boring Machines.


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