Magazine Cultura

La pittura di cornelia badelita e la misura del tempo

Creato il 17 maggio 2012 da Ilbicchierediverso

LA PITTURA DI CORNELIA BADELITA E LA MISURA DEL TEMPO

Nella nostra redazione non si fanno distinzioni di nessun tipo. Noi cerchiamo belle collaborazioni e belle penne. Con questa premessa presentiamo la nuova collaboratrice del Bicchiere, Elena Schifino D’Andrea con questo suo primo articolo sulle nostre pagine.

Buona lettura.Buona scelta
IBD
[email protected]
Vedere, per coloro ai quali è nota la gioia di flettere lo sguardo, è assai di più che trovarsi faccia a faccia con l’altro (e con il suo, il nostro specchio): è vedere oltre, è approdare alla volta di un altro regno, uscire, sfuggire alla ripetizione quotidiana delle immagini per trovare un nuovo ed ingenuo realismo, liberato dagli ostacoli che la nostra coscienza oppone. 

 

LA PITTURA DI CORNELIA BADELITA E LA MISURA DEL TEMPO

Mercoledì 9 maggio, al KOLIMA Contemporary Culture, in via Piranesi, s’è aperta la personale di Cornelia Badelita – KIPMIT (in mostra fino al 26 maggio) e la pittura di Cornelia racconta visioni.

Le sue iconografie stagliate nell’oro sono la “presentazione” attuale di un mondo sacro e lontano. I quadri nascono da una combinazione perfetta di sogno e realtà, con una pittura morbida, piegata. Nelle mani di Cornelia i protagonisti assumono le sembianze di variopinte visioni, come in Gioco dove nei sentieri miniaturizzati delle pieghe che sembrano linee di un divino guscio di tessile conchiglia, esplode l’urlo di un lontanissimo mare, voce di Dio che s’incurva e fa nido nella nostra nientità. Il dipinto è un rettangolo armonioso, con il lato lungo in verticale, quasi a sottrarsi alla condizione di rappresentazione e voglia simulare la porta aperta di uno spazio inaccessibile che s’apra all’improvviso. I colori della veste di Maria sono rosso e verde: il Figlio le parla, le suggerisce forse la curvatura di una frase, usando le dita delle mani come in un gioco d’infantile comunicazione, la Madre l’ascolta senza guardare, si parlano raccontandosi una storia che bisogna continuare a tradurre, ancora, di nuovo, e decifrare. Misurando il tempo (l’ortodossia cristiana), Cornelia esplora l’abisso, seguendo i corridoi di una regione onirica, sotterranea, che sembra essere terra piegata e bruciata da una luna d’oro. Cristo (l’uomo) lo rappresenta allargando il dolore (Artist’s doubts) in quella scena dalla violenza inarrestabile (che è tutta un modulare nuovo dolore) del martirio.

LA PITTURA DI CORNELIA BADELITA E LA MISURA DEL TEMPO

Quanta umana sapienza, ritualità nel lavoro di Badelita e lontanamente ci par di sentire Char, “Gli dei non declinano né muoiono, ma con un moto imperioso e ciclico, come l’oceano, si ritirano. Solo sepolti li avviciniamo, tra i vuoti lasciati dall’acqua… Notte ricerchiate a capriccio, chi ci agisce?”
Non c’è tempo più bello di questo luogo (KIPMIT) dal doppio profilo: possiamo solo guardarlo, perché nemmeno pensarlo sappiamo più.

Una buona scelta di Elena Schifino D’Andrea


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine