“L’impatto della plastica e dei sacchetti sull’ambiente marino” è il titolo della ricerca, realizzata da Arpa Toscana e dalla struttura oceanografica Daphne di Arpa Emilia Romagna, su richiesta di Legambiente. Un risultato davvero sconcertante, che cambia radicalmente anche la nostra idea di Mediterraneo come un mare, tutto sommato, pulito. Invece, proprio perchè è un mare chiuso, trattiene gli inquinanti che noi stessi vi riversiamo dentro.
Un vero e proprio mare di plastica, dovuto in gran parte ai
sacchetti. Ma perchè ne usiamo così tanti? Anche dopo le recenti disposizioni europee, che vietano l’utilizzo di sacchetti di plastica, questo materiale nocivo non è ancora del tutto scomparso dalle nostre case e dai supermercati, complici le proroghe e forse anche l’abitudine. Ma gli unici responsabili non sono solo i sacchetti di plastica, basti pensare a qualsiasi oggetto comprato in un negozio: sarà immancabilmente ricoperto da chili di plastica, inutilmente. Ogni minimo prodotto, anche una penna usb minuscola, porta con sé il suo bell’involucro di plastica, che nella maggior parte dei casi non viene neanche riciclato. Possibile che non si possano eliminare questi sprechi?
I danni causati dalla plastica sono enormi: innanzitutto ne soffre la fauna marina, soprattutto i mammiferi e le tartarughe che scambiano le parti di sacchetti di plastica per meduse, ingoiandole e, di conseguenza, soffocando. Ma anche gli uccelli non sono esenti da rischi: sono circa un milione gli uccelli marini che rimangono ogni anno uccisi per soffocamento o intrappolamento.
La soluzione può derivare solo dall’educazione e da un uso più attento dei prodotti. Per prima cosa, bisognerebbe educare alla raccolta differenziata; poi è necessario ridurre gli imballaggi, o eliminarli addirittura; infine, non sprecare. Se pensiamo a quanto sprechiamo ogni giorno, ogni minuto, senza neanche rendercene conto… La vita è ugualmente soddisfacente anche con un piatto di plastica in meno, o con una shopper bag al posto di un sacchetto di plastica.