La poesia nel dizionario dei termini bancari

Creato il 22 giugno 2012 da Andreapomella

Accendo la radio e ascolto una notizia: “Moody’s taglia il rating a quindici banche”. Come si legge nella nota di Moody’s, la decisione arriva al termine della revisione iniziata lo scorso 15 febbraio: “Tutte le banche coinvolte hanno un’esposizione significativa alla volatilità”. Loro non lo sanno, ma l’ultima frase ha un che di poetico. Un dizionario dei termini bancari è una miniera di suggestioni. Si trovano espressioni come stanza di compensazione che a quanto pare è un ufficio coordinato dalla Banca d’Italia in cui gli associati provvedono a scambiarsi i rispettivi crediti e debiti, ma che a me fa pensare a un luogo fresco e buio in cui gli esseri umani tornano a essere umani. O partita incagliata che è la classificazione di un credito in momentanea difficoltà, ma che nella mia immaginazione rimanda a una partita di scacchi dall’esito particolarmente incerto. Che dire poi di costituzione in pegno, ossia il diritto di una proprietà dato a garanzia di un credito, che di primo acchito mi fa pensare alla tendenza di una parte politica negli ultimi anni a liquidare i valori della carta costituzionale? Ci sono termini come estinzione, la “conclusione di una qualsiasi obbligazione nei confronti di terzi”, che non ha nulla a che fare con il declino terminale di una specie vivente. O ancora, centrale dei rischi, che non è la sede di un sistema di precognizione teorizzato da uno scrittore di fantascienza come Philip Dick, bensì un centro che “effettua rilevazioni sui tassi attivi e passivi praticati dal sistema bancario”. E infine un neologismo come bubabills, che indica i bot tedeschi, ma che non mi stupirei se mi dicessero che è un’allucinazione uditiva di Allen Ginsberg.


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