La poesia venderebbe se…

Creato il 02 luglio 2015 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino

La poesia venderebbe se...

Ha suscitato un certo interesse l'articolo comparso su www.adnkronos.com intitolato: Editori di poesia in allarme, nessuno ne parla e non si vende. E l'interesse è sorto a causa del fatto che, ancora una volta, si parla di crisi e di scarsità di lettori, come se questi fossero gli unici fattori a rendere un mercato ostico e difficile da affrontare. Ancora una volta vogliamo andare contro corrente, dandovi un altro punto di vista su cui riflettere. Il tutto scaturisce proprio da una frase riportata da Mauro Bersani, responsabile della collana di poesia targata Einaudi, la celebre 'Bianca' e citata all'interno dell'articolo menzionato. "Noi - spiega Bersani - continuiamo a fare otto titoli all'anno, ma soprattutto la cosa che ci fa sopravvive è che ristampiamo molto. Su 430 titoli che abbiamo pubblicato dall'inizio ce ne saranno almeno 250 che ristampiamo ogni anno. Questi titoli, in realtà, vendono più delle novità. Se con gli otto titoli 'nuovi' vendiamo tra le 12mila e le 15mila copie quando va bene, arrivando con un bestseller a 20mila copie, con le ristampe di Kavasis, Pavese, Eliot, ne facciamo 25mila.

Scusate? Ma di chi stiamo parlando? Di Kavasis, Pavese, Eliot? Ah... dunque la poesia classica vende? Quindi non è vero che la poesia non vende, è quella moderna a non vendere! Ed ecco spiegato il mistero poetico. Stiamo parlando di "grandi" nomi della poesia, così grandi da aver immortalato i propri versi nell'olimpo culturale, ma non semplici versi in stile "cuore-sole-amore", ma composizioni di una bellezza tale da arrivare direttamente in fondo all'anima e scavarvi la propria culla per l'eternità. Ecco di chi stiamo parlando. A questo punto la considerazione successiva diviene automatica: con chi li stiamo confrontando? Salvo rare eccezioni, stiamo paragonando questi mostri sacri con presunti poeti, più o meno capaci, che disseminano i social con i loro versi sofferenti... sofferenti per chi, ogni giorno, si ritrova a vederli scorrere sotto i propri occhi. Avete idea di quante tonnellate di poesiucole, poemetti e versetti vengono sbattuti in rete, ogni santo minuto, spacciandoli per poesie? Avete idea di quanti sedicenti poeti stracciano gli ammennicoli con composizioni senza capo né coda? Di quanti, con la scusa della poesia, bazzicano il web solo a caccia di signore ingenue, sprovvedute o compiacenti?

E poi parliamo di qualità poetica? Del fatto che non si vende e non se ne parla? Cosa s'intende con "non se ne parla"? Tutto quello che i social passano giornalmente è già più che sufficiente per non poterne più, per cambiare schermata non appena s'intravvede qualcosa che possa anche solo lontanamente assomigliare a una poesia.
Tuttavia, se volessimo soffermarci solo sulla scarsa qualità della stessa, faremmo un torto a chi poeta lo è veramente, anche in questi tempi moderni, anche con tutte le difficoltà di poter emergere in questo mare di insulsaggini varie. I poeti ci sono, ma come possono distinguersi in mezzo a tante oscenità? Come possono arrivare a farsi conoscere dagli amanti del genere, quando questi ultimi ormai sono rassegnati a doversi sempre e solo rivolgere ai classici e alle ristampe degli stessi? In realtà, le iniziative e gli eventi legati al mondo poetico sono decisamente più vivaci e meglio frequentati di quelli legati alla narrativa. Da questo fatto l'equazione diventa semplice: i romanzi si vendono su internet, la poesia si vende di persona.

Quindi smettiamola di continuare a diffondere notizie che prendono spunto solo da una realtà che vive nel proprio vertice e che non ha la minima idea (oppure ce l'ha ma fa finta di non vederla) di quello che accade in "basso". Noi, quelli che stanno alla base, quelli che fanno parte della maggioranza della popolazione, siamo stanchi di essere catalogati come un ammasso di ignoranti, capaci solo di attaccarsi alla TV per guardare l'ultimo show della De Filippi. Noi, popolo incompreso, siamo lettori e siamo amanti della Letteratura con la elle maiuscola, quella costruita con amore e passione, non solo dagli autori, ma anche dagli editori. E la poesia, fino a prova contraria, fa anch'essa parte della Letteratura. Dateci "cose" degne da leggere e noi ritorneremo a comprare.