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La politica, Berlusconi, la conflittualità e la necessità di una tregua

Creato il 30 gennaio 2011 da Alessandrobaldini
Oggi mi voglio occupare di un articolo scritto da Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera, che richiama se vogliamo le parole stesse dette dal cardinale Tettamanzi solo nella giornata di ieri, l'inquietudine che cresce.
Dietro questa parola, ci sono molto significati, l'inquietudine che cresce è la sensazione della gente che il nostro paese non stia andando da nessuna parte.
Si  sprecano i messaggi di ottimismo e si sprecano i balletti dei politici locali che parlano di una ripresa che è alle porte, di una crisi che passerà perchè la crisi stessa non può durare in eterno. Si è vero, ma è vero in parte, le crisi economiche fanno parte dei processi produttivi e dei cicli altalenanti della nostra economia, su questo non vi è alcun dubbio.
Tuttavia l'inquietudine di un popolo, l'inquietudine di noi italiani non è legata soltamente alla crisi, l'inquietudine è legata allo scenario nel quale il nostro paese attualmente si trova, uno scenario un cui manca il buon senso, manca la moderazione nei comportamenti pubblici dei politici, e c'è un livello di conflittualità esasperato con scambi di accuse quotidiane.
Io non so voi, ma sinceramente da cittadino, sono oramai stufo di vedere tizio che litiga con caio, il problema non è quello di sapere chi ha ragione o chi ha torto, perchè in realtà tutti hanno ragione e hanno anche torto, lo scambio di accuse reciproche, non fa altro che aumentare nella gente la consapevolezza che nessuno in realtà sappia che pesci pigliare, nessuno in realtà ha soluzioni vere e profondamente radicali ai problemi che ci affliggono.
Conseguentemente la vera sfida è ora trovare un uomo che inviti alla moderazione anche i suoi avversari, e invitando alla moderazione, cominci magari a trasmettere un messaggio chiaro e nuovo, quello di occuparsi veramente dei problemi di un paese che non sta andando in nessuna direzione.

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