La politica dell’odio

Da Marinobuzzi

Ci sono moltissime iniziative che si potrebbero mettere in atto per tagliare i costi e gli sprechi. Per esempio si potrebbero elargire meno fondi alle scuole private in favore di quelle pubbliche, per sostenere le famiglie si potrebbe tutelare il lavoro delle donne e i diritti delle cittadine e dei cittadini, costruire asili nido, permettere una valida istruzione a tutte/i. Invece, secondo il consigliere regionale PDL Andrea Pollastri, per ridurre gli sprechi occorre tagliare sulle politiche sociali relative alle persone GLBT ed, in particolare, verso le persone Trans.
Noto, con crescente amarezza, che ogni motivo è valido per attaccare le minoranze sessuali di questo paese. “Non è opportuno in epoca di tagli” cito le parole di Pollastri riportate da Repubblica Bologna “ai servizi sociali che la collettività paghi la conseguenza di scelte comportamentali personali”. Parole desolanti che denotano un’estrema ignoranza in merito alle problematiche QUEER. Innanzitutto occorre ricordare al consigliere che “la collettività” siamo anche noi persone GLBT. So che l’idea che molti rappresentanti dell’attuale maggioranza hanno delle persone omosessuali è di individui “deviati” che gravano sulle spalle del paese ma è bene ricordare che è anche grazie al nostro lavoro, alle nostre tasse, al nostro impegno nel sociale, a livello politico, culturale e molto altro, se il paese non va completamente allo sbando. Se il consigliere, invece di parlare solo per attaccare le persone GLBT, si fosse informato sull’effettivo utilizzo di quei fondi, forse, dico forse, avrebbe scoperto una realtà di cui, è chiaro, non conosce proprio nulla. Se si fosse scomodato a leggere i risultati di “Io sono, io lavoro”, prima inchiesta sul mondo del lavoro e le persone GLBT, si sarebbe reso conto che sono proprio le persone trans ad essere più discriminate, ad avere maggiori problemi a trovare un lavoro, che sono proprie loro a pagare, sulla propria pelle, i preconcetti della gente e la crisi economica. Un consigliere che non riesce ad essere sopra le parti e a fare il bene della collettività, di tutta la collettività, e che considera uno spreco di soldi un’iniziativa nata proprio per tutelare quella parte di cittadinanza che viene maggiormente discriminata, dovrebbe dimettersi. Al consigliere posso tranquillamente dire che sono ben altri gli sprechi che si potrebbero ridurre a partire, anche a costo di essere populista, proprio da quelli della politica e dai fondi che, con tanta dovizia, destra e sinistra continuano a versare alla chiesa..
Marino Buzzi