“Con il consenso della gente si può fare di tutto: cambiare il governo, sostituire la bandiera, unirsi a un altro paese, formarne uno nuovo”, diceva quel gran genio di Gianfranco Miglio. Proviamo a leggerla al contrario: “Nulla si può fare senza il consenso della gente”. Questa è la democrazia, bellezza. Ecco perché gli attivisti contro i tagli alla sanità di Porretta – e, in generale, di tutta la montagna – hanno un diavolo per capello e hanno manifestato sotto la Regione (vedi foto).
Ciò che indigna sono i soliti trucchetti della politica che gioca alle tre carte per confondere le idee e, quando meno te l’aspetti, ti trovi con un ospedale in meno, con meno autobus, con treni tagliati, con sedi accorpate a decine di chilometri di distanza, con finanziamenti ai partiti camuffati sotto il nome di ‘rimborsi elettorali’, con imposte sulla casa che escono dalla porta e rientrano dalla finestra. Peccato che spesso gli amministratori non siano nemmeno dei buoni illusionisti.
Amministrare non vuol dire fare giochi di prestigio, né tirare una riga in fondo a dei numeri (cosa per cui bastano i ragionieri, pure utilissimi), ma individuare con le persone la soluzione migliore alle loro esigenze, compatibilmente con le risorse a disposizione. Tagliare un presidio sanitario a 80 chilometri dalla città, con strade che fanno schifo, è difficile pensare che sia il miglior modo di far fronte alle necessità della gente. In tutto questo l’unico aspetto positivo è che i cittadini hanno avuto il coraggio di scendere in piazza e gridare tutta la propria indignazione. Perché non c’è niente di peggio che il silenzio per lasciare che le cose vadano sempre allo stesso modo.
Filippo Manvuller