La politica monetaria della BCE: una sola misura non va bene per nessuno

Creato il 04 aprile 2014 da Keynesblog @keynesblog

di Francesco Saraceno, fsaraceno.wordpress.com

Eurostat  ha da poco rilasciato la sua stima flash per l’inflazione nella zona euro: 0,5% di base e 0,8% coreWolfgang Münchau sul Financial Times  ha giustamente detto che i banchieri centrali dell’Unione europea dovrebbero parlare meno e agire di più.  Münchau sostiene inoltre che il quantitative easing è l’unica opzione. Audace, aggiungerei io, alla luce dei dati di oggi sull’inflazione. Solo pochi mesi fa, nel settembre 2013,  l’Istituto  Bruegel aveva stimato  un tasso di interesse della BCE sostanzialmente in linea con la media delle condizioni macroeconomiche dell’eurozona (anche se, curiosamente, ne era stata evidenziata l’inadeguatezza rispetto alla maggior parte dei paesi presi singolarmente).

In pochi mesi, le cose sono cambiate drasticamente. Mentre la disoccupazione è rimasta più o meno costante dal luglio scorso, l’inflazione ha continuato a decelerare fino ai livelli molto preoccupanti di oggi. In breve tempo ho esteso l’esercizio Bruegel in modo da incorporare i dati più recenti (fino al luglio 2013). Ho calcolato il tasso obiettivo così come fanno loro:

(Se non vi piace la scelta dei parametri, andate a chiedere a quelli del Bruegel, non ho alcun problema con loro). Il calcolo fornisce il seguente risultato:

Utilizzando l’inflazione di base, come la BCE sostiene spesso di fare, si otterrebbero ovviamente tassi obiettivo ancora più bassi. Poiché i dati ufficiali sulla disoccupazione arrivano fino a gennaio 2014, gli ultimi due punti sono calcolati sulla base di ipotesi alternative sulla disoccupazione: sia al suo tasso di gennaio (12,6%) o al 2013 tasso medio (12%). Ma questi sono solo dettagli …

Quindi, oltre ad essere inadeguata per i singoli paesi, la condotta della BCE è ormai inadatta per l’Eurozona nel suo complesso. E, naturalmente, un tasso obiettivo negativo può solo significare, come Münchau sostiene con forza, che la BCE deve riconsiderare il tutto e mettere insieme un programma di quantitative easing credibile e significativo [a cui il board dei governatori ha dato un preliminare via libera ieri, ndr].

Ancora due osservazioni:

  1. Una considerazione al margine è che, dato un livello di inflazione core dello 0,8%, il tasso BCE attuale del 0,25%, è compatibile con un gap di disoccupazione del 1,95%. Il che significa che il tasso attuale della BCE andrebbe bene con una disoccupazione naturale / strutturale del 10.65% (per il calcolo di cui sopra ho preso il valore del 9,1%  dall’OCSE ), e con una disoccupazione effettiva dell’ 11,5%.
  2. La seconda in qualche modo collegata, ma più importante per il mio modo di vedere le cose, è che è difficile da accettare come “naturale” un tasso di disoccupazione del 9-10%. Se il tasso di disoccupazione obiettivo fosse al 6-7%, tutto ciò che leggiamo e discutiamo sulla condotta eccessivamente restrittiva della BCE sarebbe molto più sensato. E se il problema è il potenziale di crescita troppo basso, beh, allora  cerchiamo di trovare un modo per aumentarlo …

Archiviato in:Economia, Europa, ibt, Italia Tagged: bce, Francesco Saraceno, inflazione