La polizia di Putin si fa pure beffe della gente che maltratta

Creato il 09 dicembre 2011 da Matteo

I "punitori" in città

E insieme a loro: i manganelli di gomma "Argomento", le manette "Tenerezza", l'elettroshock "Carezza"… Come gli agenti di polizia vanno incontro i manifestanti

08.12.2011

Durante le manifestazioni ai Čistye Prudy [1] e in piazza Triumfal'naja [2] il 5-6 dicembre il ministero degli Interni ha messo molte migliaia di agenti armati con mezzi tecnici speciali. Tra questi è stata notata dai cittadini una grande quantità di macchine "Punitore". La redazione ha deciso di chiarire l'origine di questo e altri nomi veramente scioccanti di mezzi tecnici della polizia nel contesto della storia delle denominazioni delle armi.

L'idea di appoggiarsi in battaglia sulla consapevolezza della pericolosità, della potenza e delle dimensioni, il cui simbolo diventa il nome attribuito personalmente all'arma, è presa in prestito dalla magia analogica della società preclassista, descritta già da Frazer nel "Ramo d'olivo" [3]. Gli antichi fabbricanti di armi costruivano gli strumenti da lancio come scorpioni e onagri, cavalieri e samurai davano alle spade nomi di persone. Nella Russia pre-petrina i cannoni, per darsi coraggio, erano chiamati "Unicorno", "Zar Achille", "Leone", "Aspide".

Con l'arrivo dei metodi industriali i nomi di persona rimasero solo alle navi, raramente agli aerei. Adesso si è preso ad attribuire nomi a tipi e serie di armi messe in produzione. Ma l'antica idea di dare al cannone il nome più terribile non è scomparsa. I tedeschi durante la guerra ci spaventavano con "Tigri" e "Pantere", nella NATO già costruiscono "Leopardi".

Ma con il tempo le armi sono diventate così tante che per semplicità si è preso ad attribuirgli semplicemente [4] il numero del modello allo stadio di elaborazione nell'ufficio progetti o un'abbreviazione che ne descrive le funzioni e in URSS i cognomi dei progettisti. Anche se la vecchia tradizione vive, per esempio, nei nomi dei moderni aerei da guerra americani: "Spettro", "Aquila", "Falco", "Albatro", "Rapace". Il complesso industriale militare sovietico creato da atei fin dall'inizio rinnegò l'antica magia di minaccia e chiamò i propri "prodotti" con nomi industriali o (dopo Stalin) definizioni convenzionali, il più delle volte del tutto neutrali.

Così comparvero mortai, obici e cannoni "Fiordaliso", "Tulipano", "Garofano", "Acacia", "Fioretto", "Pinocchio"; le versioni di carri armati e macchine da guerra "Fionda" e "Cocomeraio". Con tutta la loro incredibile potenza i nomi delle armi sovietiche, a differenza di quelle occidentali, erano assolutamente pacifici, tale era la dovuta politica, concordata in modo speciale con due sezioni del CC del PCUS, quella di propaganda e quella internazionale. E ad ogni persona contemporanea, suppongo, è utile sapere una semplice cifra: dopo la Seconda Guerra Mondiale i paesi della NATO con i loro eserciti hanno partecipato a più di 700 conflitti armati da loro organizzati. E l'URSS a meno di una ventina. Ne risulta che questa statistica si sia riflessa anche nei nomi delle armi.

Dopo il crollo dell'URSS i nostri militari sono tornati in parte alla tradizione dei nomi per impaurire. Sono comparse le macchine da intelligence "Lince" e il fuoristrada dell'esercito "Tigre", anche se nel complesso i principi sovietici di denominazione si sono conservati. Ma del tutto inaspettata, penosa si è rivelata la creazione di parole da parte dei progettisti e degli elaboratori di tutti i prodotti legati al lavoro del ministero degli Interni.

Bisogna ricordare che dal punto di vista delle forze e dei mezzi i servizi segreti e il ministero degli Interni rispetto alle brave persone dell'esercito sono come puzzole davanti agli elefanti: i compiti sono diversi. Ma evidentemente proprio le funzioni non stabilite dalla legge assegnate alla polizia e ai servizi segreti negli ultimi anni hanno preso a mostrarsi in nomi apertamente derisori nei confronti della propria popolazione. Come sono venute in mente ai progettisti tali definizioni: la serie di palette da fanteria "Azzardo", la famiglia di manganelli di gomma "Argomento", la serie di manette "Tenerezza", le manette соn il rinforzo fisso "Burla", le manette da convoglio per 5 persone "Bouquet", l'elettroshock "Carezza"?

E infine la hit della stagione - la versione alleggerita del "Tigre" portata dall'OMON [5] in piazza Triumfal'naja, il GAZ-29651 [6] "Punitore". A chi è venuta in testa l'idea di chiamare una macchina della polizia con una parola che fin dai tempi di guerra si associa nella nostra lingua in modo fisso alle parole "Polizei", "Sonderkommando", "Battaglione Nachtigall" [7], "carnefice", "crudele ingiustizia"? "Punitore" e "Legge" si trovano in diversi strati della lingua.

Ci siamo interessati dell'origine del nome. Fonti della fabbrica di automobili di Gor'kij hanno riferito che il nome è dato dall'ufficio progetti ed è confermato dal committente, ma quasi sempre figura già nell'incarico tecnico per il progetto che il committente da alla fabbrica. A giudicare dagli ultimi nomi dei prodotti per il ministero degli Interni che abbiamo esaminato, bisogna cercare proprio là l'autore di questo capolavoro e non in fabbrica.

Ma la cosa importante è che il nome "Punitore" è stato coerentemente confermato da tutte le istanze fino al vertice ed è entrato adesso in tutti i cataloghi, perfino in quelli per il commercio estero! Non è già più l'antica minaccia per mezzo di un nome. E' piuttosto uno humour oltraggioso da compari [8] e non da ufficiali che hanno giurato davanti al popolo. La guardia zarista schiacciava i disordini, ma non derideva così apertamente. In questi giorni di manifestazioni di massa si pone particolarmente una domanda: ma i nomi di tutto questo armamentario, che mostrano apertamente l'atteggiamento della polizia verso il popolo, non si potevano mutare semplicemente in nomi industriali?

"Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/49949.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] "Stagni Puliti", laghetto nel centro di Mosca.

[2] "Trionfale", piazza nel centro di Mosca.

[3] In realtà, com'è noto, il titolo è "Il ramo d'oro".

[4] Il bisticcio è nell'originale.

[5] Otrjad Milicii Osobogo Naznačenija (Reparto di Polizia con Compiti Speciali).

[6] GAZ sta per Gor'kovskij Avtomobil'nyj Zavod (Fabbrica di Automobili di Gor'kij, ora tornata ad essere Nižnij Novgorod, nella Russia centrale).

[7] "Usignolo" in tedesco. Battaglione nazista formato da ucraini.

[8] Letteralmente "fratellini", membri di una confraternita banditesca.


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