La porta a sinistra e la porta a destra

Da Contofinoa3
Oggi mi ronzano in testa le parole di:  "Non diventare grande mai"... Sono qui a lavorare, sola, e saltello come un grillo... Non riesco a stare ferma... perché senno penso... e se penso oggi piango... E non devo piangere! No... perché non è che qualcuno di noi sta male o che la nostra casa è crollata o che abbiamo perso il lavoro (.... insomma, vabbè, lasciamo stare...) Semplicemente Francesco tra poche ore non è più "uno dei gialli", non è più un bimbo di Nella e Maria Grazie e Roberta, non entrerà più saltellando dalla porta di via Braccini al mattino prestissimo quando i bimbi presenti si contano su una mano. Non rompetemi le scatole! I passaggi di Franci mi agitano più dei passaggi degli altri tre! Molto molto molto di più. Perché è la prima volta che io li vivo e perché lui è più fragile di loro. Ieri, 7.45, li ho accompagnati io e lasciati... credo per l'ultima volta tutti insieme, alla scuola dell'infanzia comunale di via Braccini. E lo guardavo entrare, lui avanti e noi dietro, così come si è ripetuto tante volte nei mesi e anni passati. Che impressione, ragazzi, non potete immaginare, o forse sì. Mi sembra ieri che con i suoi neanche tre anni compiuti, ha iniziato la scuola materna. L'armadietto! Ora si staccheranno nome e foto, non ci credo! Sul serio... I turulli porta a sinistra, asilo nido, e Franci porta a destra, scuola materna; per due anni.

Poi un anno ad entrare tutti a destra. Invasione di campo e fastidio corposo, che possiamo chiamare anche gelosia, di Francesco... "Ma come: a casa hanno "riempito" spazi, silenzi e tempo; adesso che ho il mio equilibrio qui a scuola, i miei affetti, le mie maestre, la mia aula, devono arrivare anche qui?!?" Questa arrabbiatura si è smussata molto negli ultimi tempi... Al punto che sembra quasi li stia cercando e stia cercando, anche fuori scuola, di giocare con loro... ora che le strade si separano... Lo scorso venerdì la classe di Franci e Chiara e la classe di Davide sono andate in gita. E a me, a posteriori, mi è spiaciuto molto non aver pensato di permettere a Franci di partecipare da solo alla sua ultima gita con queste maestre. Lui mi ha detto, invece, con un sorriso enorme, che era contento perché "se voglio stare con loro almeno ci sono". Poi, per tutta la giornata precedente ha rassicurato Chiara sulla sua presenza disponibile e protettiva; lei, ovvio, non ne ha bisogno ma adora Franci e dunque lascia fare! Le emozioni che dovrei dettagliare sono tante; perché i nostri sono stati anni fortunati, molto fortunati! Anni in cui, tra nido e materna, ad occhi chiusi ho lasciato i miei figli.  Anni in cui ho saputo, e so, che ho avuto proprio quello che una mamma può desiderare. Sono stati anni intensi, di lutti, crisi, cambiamenti e grandi crescite. Sono stati anni intrisi di speranza e ottimismo.
Ora io dovrei parlarvi di ciò che sento rispetto all'inizio della scuola elementare... e non è che io abbia buoni presentimenti... Così trascuro il gonfiore agli occhi e vi aspetto per i prossimi racconti e aggiornamenti.