La possanza della storia...

Creato il 25 marzo 2015 da Mironseak
Ci risiamo, in settimana diversi giorni di tempo discreto ed anche il sole, poi arriva il fine settimana e le previsioni danno burrasche, pioggia e cataclismi vari!

Mauro all'imbarco - Foto di Andrea Bresil

Al venerdì la situazione sembra un po' migliorata e così l'incontro del sabato, promosso sul Lago di Varese da Sullacqua, esce dalle previsioni graziato da una giornata fredda ma almeno senza pioggia. Purtroppo, per altre incombenze in capo, non posso parteciparvi... ma niente mi impedisce di raggiungere gli altri per una birra ed una pizza in compagnia, in programma per la sera... almeno questo!

Andrea e Henry e la Rocca di Caldè

Durante la riunione conviviale si struttura l'idea, nonostante le pessime previsioni per il giorno dopo, di una pagaiata sul "solito" Lago Maggiore, partendo dal "solito" Cerro di Laveno. Henry propone di puntare su Caldè, e la proposta viene immediatamente accettata dai pochi che hanno aderito alla proposta.

Il monumento dell'architettura umana e Henry

Sempre durante la cena, un ennesimo controllo dell'ultimo minuto alle previsioni meteo, confermano il tempo pessimo previsto, con piogge continue fino a mezzogiorno... tuttavia la situazione è apparsa nettamente migliorata: il vento sembra sparito e la prevista interruzione della pioggia prima non c'era! Ci sono sembrate quasi previsioni di bel tempo!

La Rocca di Caldè e Andrea

Forti delle migliori previsioni meteo, alla mattina successiva a Cerro, tra defezioni per vari (ovvi) motivi, i sopravvissuti erano tre: Henry, Andrea ed io. In effetti la giornata non era delle più stimolanti e la pioggia fitta ed insistente, anche se leggera, non invogliava certo ad entrare in kayak.
Al bar, durante la colazione, rimuginavamo sull'amletico dilemma: andiamo o non andiamo?
E' bastato un rapido pensiero a Tatiana e la decisione è presa: andiamo!

Il tempio dei cormorani e Henry

Storm-cag indossato, iniziamo a scaricare i kayak dall'auto e ad armarli per l'escursione. Incredibilmente il tempo impiegato è stato brevissimo. Chissà, forse la voglia di pagaiare o forse la necessità di toglierci in fretta da quella pioggia insistente e vestirci in maniera più adeguata alle condizioni incombenti, sta di fatto che ci è sembrato un vero miracolo... in un lampo eravamo pronti a salpare.

Andrea e Henry al bar sul lago

Così imbacuccati, chini su noi stessi per salvare un po' il viso, in quell'ambiente ovattato che proprio non predisponeva alla conversazione, ci siamo ritrovati a costeggiare così vicini a riva da toccare a volte con la pagaia qualche scoglio. Ognuno concentrato ad inseguire i propri pensieri. Distratti da questa meditazione solo per il tempo minimo necessario ad immortalare quell'attimo che ci sembrava particolarmente importante... un'atmosfera un po' magica...

Il Sasso Galletto, Henry e Andrea

Quel percorso, ormai fatto e rifatto decine di volte fin dai miei primordi in kayak, in questa particolare situazione, mi sembrava essere nuovo, anche se ben conosciuto. Ogni caratteristica particolare della costa, di uno spuntone, di una piccola frana, faceva riaffiorare i ricordi della mia storia in kayak, e riprovavo le stesse sensazioni iniziali delle prime pagaiate nella zona... una situazione quasi idilliaca che infondeva un grande piacere, la certezza di essere in sintonia con tutto l'ambiente intorno... come essere in paradiso.

Il Sasso Galletto, Henry e Andrea

E così, l'orrenda semi galleria eretta a protezione della strada costiera mi sembrava un bellissimo monumento dell'architettura umana. Il mefitico luogo di ritrovo dei cormorani con le piante scarnificate dalle loro escrezioni mi sembrava un tempio di salvaguardia della fauna stanziale.
Le rovine arrugginite e cadenti degli scivoli di carico sulle chiatte degli estratti minerari mi sembrava l'arredo un po' demodè di uno stagionato ed eccentrico bar sul lago.
Il pericolante anche se spettacolare Sasso Galletto mi sembrava un altare eretto a qualche divinità ormai caduta in oblio.

Il Voyager e Mauro - Foto di Andrea Bresil

Da questa particolare stato di sogno ad occhi aperti, molto simile alla trance, mi sono risvegliato in prossimità di Caldè, luogo scelto per lo sbarco e la pausa pranzo. Intanto aveva smesso di piovere, dando ragione alle ultime previsioni meteo, e la pausa poteva essere un po' più rilassata.
Purtroppo il bar dove pensavamo di scaldarci davanti ad una birra, era chiuso ed aveva affisso il cartello di vendita... un pezzo della mia storia, tappa obbligata da sempre nelle gite in kayak da quelle parti, si sgretolava e restava vivo solo nel ricordo della gentilezza e della disponibilità dei gestori che per tanti anni ci hanno accolto nel locale anche se bagnati e grondanti acqua da tutte le parti... peccato... ma ogni tanto è giusto che ci sia qualche cosa che ci fa riflettere sul fatto che non siamo eterni... dovremmo sempre tenerne conto nelle nostre azioni.

Un altro monumento dell'architettura umana e Andrea

A stare fermi ci si raffredda in fretta e così decidiamo di ripartire appena consumato il nostro spuntino. Il ritorno, senza pioggia, è stato più simile alle altre pagaiate tra amici, sempre con poche chiacchiere, ma più disponibili a farne se si presentava l'occasione.
Abbiamo ripercorso a ritroso lo stesso tragitto... ma i vari riferimenti incontrati non erano più gli stessi di prima... erano ritornati ad essere i soliti luoghi conosciuti di sempre.

Henry, Andrea, il lago increspato e le nuvole basse

Allo sbarco ci aspettava il brindisi di chiusura giornata al bar ed un incontro ravvicinato con le mascottes di Cerro: Dodo (Boris per noi) e Guendalina, la sua consorte, che vivono liberi ormai da molti anni nella zona. E Boris era anche stranamente socievole... tanto da farsi avvicinare senza dare nelle sue solite escandescenze di vecchio papero bilioso...

Guendalina e Dodo (Boris)

Una giornata particolare da ricordare... Grazie a Henry e Andrea per averla condivisa, ed anche a Guendalina e Boris...
... ad libitum...

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