La Povertà Con Competenza.

Creato il 16 ottobre 2013 da Lucavannetiello

Siamo diventati una nazione povera. Siamo stati già in passato una nazione povera, che ha visto andare via la sua gente per avere una possibilità ostinatamente negata dalla storia, sempre la stessa storia fatta di guerra e violenza.

Ma quando ad esempio, dopo, prima o durante la guerra, c’era molta povertà e la gente se ne andava, c’era una situazione in cui la popolazione era molto meno formata. Chi andava via andava a lavorare con le mani per far studiare e formare i propri figli. Chi scappava da quella povertà aveva aspettative, e forse intelligenze, minori rispetto ad oggi.

Oggi se ne vanno persone formate che hanno aspettative di soddisfazione professionali alte, che in Italia vengono umiliate.

Quindi oggi, secondo me, è 100mila volta più frustrante sentirsi povero, perché te ne vai via sapendo, conoscendo soluzioni che ti vengono negate ostinatamente e con arroganza. E se non puoi andare via, devi assistere alla messa in scena, impotente.

Uno dovrebbe essere povere quando non sa fare niente. Non puoi essere povero con competenze. Non puoi essere povero se le tue competenze sono necessarie dappertutto, ovunque ti giri, ma non puoi esercitarle perché nessuno te le può pagare. Non puoi essere povere se sai ballare ma tutti quelli che ti vorrebbero vedere ballare non possono pagarti un biglietto. Non puoi essere povero, ed essere un insegnante, dopo aver pagato il pizzo per abilitarti e accontentarti di 6-10 ore in due scuole diverse e contratto fino a giugno.

Non si può essere poveri per mancanza di soldi. Questa condizione è una violenza. Questa corrispondenza tra povertà e denaro è insopportabile. Siamo vittime di un raggiro.

Oggi per me è stata così, un susseguirsi di storie di povertà, di dignità e povertà.

Non riesco nemmeno a dire niente di arcipelagoSCEC.