La povertà in Italia, rapporto Istat. Testo completo

Creato il 17 luglio 2012 da Paopasc @questdecisione
Esce oggi e i giornali gli danno ampio risalto il Rapporto Istat sulla Povertà in Italia. Anno di riferimento è il 2011 ma viene fatto un confronto con gli anni a partire dal 2008. La prima cosa che si nota è che mentre la povertà relativa rimane sostanzialmente stabile, con il dato del 2008 (11,3%) leggermente superiore a quello del 2011 (11,1%), la povertà assoluta segnala un aumento, dal 4,6% del 2008 al 5,2% del 2011.La soglia di povertà relativa per una famiglia con due componenti è data dalla spesa mensile di 1.011,03 euro, per cui le famiglie con una spesa inferiore o uguale alla soglia sono considerate relativamente povere; la soglia di povertà assoluta è stabilita dalla spesa minima necessaria per acquistare i beni  considerati essenziali; tale valore dipende da fattori come composizione della famiglia, collocazione geografica, ampiezza demografica del comune, età dei componenti e via dicendo.

Il Rapporto sulla Povertà in Italia è disponibile integralmente sul sito dell'Istat. Di seguito alcuni passi del comunicato stampa:

Nel 2011, l'11,1% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 8.173 mila persone) e il 5,2% lo è in termini assoluti (3.415 mila). La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 1.011,03 euro.La sostanziale stabilità della povertà relativa rispetto all'anno precedente deriva dal peggioramento del fenomeno per le famiglie in cui non vi sono redditi da lavoro o vi sono operai, compensato dalla diminuzione della povertà tra le famiglie di dirigenti/impiegati.In particolare, l'incidenza della povertà relativa aumenta dal 40,2% al 50,7% per le famiglie senza occupati né ritirati dal lavoro e dall'8,3% al 9,6% per le famiglie con tutti i componenti ritirati dal lavoro, essenzialmente anziani soli e in coppia. Tra quest'ultime aumenta anche l'incidenza di povertà assoluta (dal 4,5% al 5,5%).La povertà assoluta aumenta tra le famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (dal 4,7% al 5,4%), soprattutto se non ci sono redditi da lavoro e almeno un componente è alla ricerca di occupazione (dall'8,5% al 16,5%). [continua a leggere su  Istat, La povertà in Italia]

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