La povertà si vede dalla piccole cose

Creato il 13 maggio 2011 da Silvanascricci @silvanascricci

La crisi, o se la vogliamo chiamare con il suo vero nome, la povertà in Italia esiste.

E’ messa sotto il tappeto per non farla vedere agli ospiti, è negata dai nostri politici tutti miracoli e cieli azzurri, ma esiste.

E si vede, soprattutto, dalle piccole cose.

Ho notato, da qualche tempo, nella mensa aziendale un comportamento sempre più frequente che fino a qualche tempo fa non rilevavo, le persone (e notare che hanno tutte un lavoro, poichè la mensa è riservata ai soli dipendenti) prima prendevano un primo, un secondo, un contorno e la frutta e la mangiavano in loco, diciamo.

Ora non più, prendono le stesse cose, ma si portano via il secondo, ad esempio le mozzarelle, le ricotte, i salumi e tutto ciò che inscatolato e chiuso ermeticamente, la frutta e gli yogurt.

Lo faccio anch’io di portarmi in studio un frutto o lo yogurt da mangiare, come merenda, in ufficio; ma tanta gente si porta via i secondi per mangiarli a casa alla sera e risparmiare anche quei pochi euro di una spesa minima.

Un altro segno della povertà è la nascita, come i funghi dopo la pioggia, dei negozi che vendono oro.

Fino all’anno scorso nella mia città, che è ancora una delle più ricche del paese, non ne trovavi neppure uno; ora ce ne sono ad ogni angolo.

Qualcuno mette il velo pietoso del vendo, oltre che compro oro, ma è solo un velo di pudore da stendere sopra la miseria delle persone.

Qualche giorno fa sono entrata in uno di questi negozi ed ho chiesto di vedere alucni gioielli in vendita, mentre ero lì ad osservare i monili sono entrate parecchie persone e nessuna di queste ha chiesto di comperare qualcosa, erano tutti a vendere, qualcosa.

Chi le catenine della prima comunione, chi bracciali ed orecchini ed infine anche la fede nuziale.

Ed erano persone dignitose, di tutte le età e di entrambi i sessi; chi entrava con modestia, chi con spavalderia, ma la maggior parte con vergogna.

La vergogna che provano le persone oneste a vendere i ricordi, le emozioni, i pegni della propria vita.

Perchè in questo paese oltre a negare la povertà la si considera anche indegna di rispetto e considerazione.



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