Oltremanica premono per una revisione del sistema di qualificazione al torneo, con 20 squadre dalle 24 attuali e solo le prime sei di Pro12 classificate dal rugby celtico, che a sua volta punta ad allargare il numero dei partecipanti (32).
Nella discussione viene coinvolta e altrimenti non potrebbe essere l'Italia: la proposta inglese metterebbe a rischio la presenza in HCup della Benetton Treviso e delle Zebre, in attesa di comprendere come evolverà il rapporto tra il rugby di casa nostra con quello celtico. Non starebbero messi bene neppure gli scozzesi, per quanto Bruce Craig, proprietario del Bath, che sta indossando i panni del negoziatore abbia voluto sottolineare come si andrà verso un'organizzazione che permetterà alle nazioni di avere almeno un'ambasciatore nella competizione.
Vale a dire: le prime quattro del Pro12 passano direttamente, poi si procede ad inserire la migliore tra le due italiane e le due scozzesi (Glasgow ed Edimburgo). Domanda: e se una delle quattro interessate dovesse finire la stagione regolare tra le prime quattro, accedendo tra l'altro alle semifinali di campionato? I Warriors ci sono riusciti l'anno scorso.
Intanto la Premier Rugby chiede una redistribuzione di fondi e quote di potere nel rugby europeo. Ai team celtici va il 52%, a francesi ed inglesi il 24% a testa. Secondo i calcoli del board che gestisce il campionato di massima serie inglese, alle celtiche negli ultimi cinque anni sarebbe andati 30 milioni di sterline. La controproposta è di dividere per tre l'intera torta. Gli inglesi provano a flirtare con le rivali: la BT trasmetterebbe le partite senza parabole, per via terrestre, come non accade da più di dieci anni e ciò garantirebbe una maggiore visibilità per tutti e intanto la stessa BT è al lavoro per distribuire in modalità free-to-air le immagini degli incontri.
Proiezioni alla mano, senza satelliti l'audience dovrebbe crescere di almeno dieci volte rispetto a quella della pay per view. "Equa, meritocratica e democratica" è come Craig ha definito la proposta dei club di Premier (all'inizio pareva una dichiarazione giunta da Palazzo Chigi...). E sempre secondo il negoziatore, francesi ed inglesi sarebbero allineati "e rappresentano la maggioranza dei partecipanti alla competizione. Il cambiamento è essenziale per la continuità della European rugby cup".