Tutti i piani per l’addio della Grecia all’euro.
Le banche e le istituzioni si attivano per il Grexit.
La preparazione all’uscita della Grecia dall’euro è già cominciata, sia nel pubblico che nel privato....
Lo rivela un top manager della seconda banca tedesca, Commerzbank, che rimarca come il suo istituto si stia già preparando al Grexit. In Europa le maggiori istituzioni pubbliche e private starebbero già facendo la stessa cosa.
LA RESPONSABILITA’ DELL’USCITA – Martin Zielke, membro del Board di Commerzbank e guida del settore finanziario della seconda banca tedesca, ha rimarcato l’esigenza di prepararsi all’uscita dall’euro della Grecia. “Consiglio tutti gli esponenti del mondo finanziario e delle istituzioni di fare come stiamo facendo noi di Commerzbank. E’ una questione di responsabilità prepararsi alla fuoriuscita della Grecia dalla moneta unica. Bisogna essere pronti ad ogni eventualità, e l’abbandono ellenico dell’euro non è ormai più improbabile.” Il banchiere tedesco ha comunque evidenziato come una simile ipotesi non significherebbe la fine della moneta unica. “L’Europa e la sua valuta sono in una posizione ancora forte, anche per la Germania non vedo rischi. C’è ancora spazio per sopravvivere all’eurocrisi, anche se il caso della Grecia rivela tutti i rischi che stiamo correndo”. Martin Zielke ha spiegato come la situazione attuali evidenzi la necessità di profonde riforme dell’Unione Europea. “Alla lunga un’unione monetaria senza integrazione fiscale ed economica non può funzionare. Le divergenze che si creano al suo interno diventano incontrollabili”. Secondo il top manager di Commerzbank è comunque fondamentale non allontanarsi dal corso di austerity fino ad ora mantenuto. “Gli Stati europei hanno troppi debiti, e devono recuperare competitività attraverso le riforme”.
DUBBI CHE CRESCONO – La posizione di Rielke, espressa pubblicamente, ha sottolineato quanto sia diffusa la convinzione che la Grecia sia prossima alla fuoriuscita dall’euro, un evento che comunque suscita ancora moltissime perplessità nell’establishment tedesco. “ Da un abbandono ellenico della moneta unica si può affermare con convinzione che nessuno ne approfitterà”, ha detto Martin Wansleben, presidente delle Camere di Commercio. Il leader degli industriali tedeschi, Hans-Peter Keitel, ha palesato simili dubbi. “Il Grexit sarebbe un esperimento del quale non possiamo anticipare in alcun modo gli esiti. Nessuno è davvero a conoscenza di quanti pericoli potrebbero derivare da una Grecia fuori dalla valuta unica europea.” Le perplessità personali non trattengono però molte istituzioni dall’approntare piani in caso di concretizzazione di questo scenario.
LE BANCHE SI PREPARANO – Gli istituti centrali, i governi e le banche francesi si stanno già muovendo per affrontare la fuoriuscita della Grecia. Il ministro dell’economia svizzero Johann Schneider-Amman ha detto alla radio pubblica di aver istituito una commissione interna che sta elaborando proposte su come il governo possa aiutare il mercato finanziario e quello del lavoro nell’eventualità che il Grexit si riveli un incubo. Anche la banca centrale elvetica si sta mobilitando, soprattutto alla luce del cambio bloccato sull’euro in vigore da ormai quasi un anno. La Banca nazionale svizzera ha fissato ad 1,20 franchi il cambio con un euro, ma nel caso in cui ci fosse una rottura dell’area della moneta unica le pressioni rialziste sulla valuta elvetica sarebbero fortissime, con conseguenti ricadute macroeconomiche. Anche all’interno di Bce e Commissione europea la preparazione al Grexit è febbrile. Il commissario al Commercio Karel De Gucht ha già indicato nei giorni scorsi come le maggiori istituzioni comunitarie si siano mobilitate per prevenire il collasso dell’euro in caso di addio alla Grecia. Un banchiere parigino ha detto che anche gli istituti finanziari francesi stanno facendo la stessa cosa: “Ogni banca importante ha istituito un gruppo di lavoro all’interno del quale si prova a valutare cosa succederebbe in caso di ritorno alla dracma”. Credit Agricole, Bnp Paribas e Sociéte Générale hanno una forte esposizione con la Grecia. Il settore finanziario francese aveva circa 44 miliardi di euro in bond ellenici a fine 2011, mentre quello tedesco solo 13.
DECISIONE TRA UN MESE – Tra un mese la Troika dovrebbe garantire alla Grecia la nuova tranche di aiuti concordata nel Memorandum. Il protocollo d’intesa firmato col il precedente governo prevedeva però una valutazione dei progressi delle riforme necessarie per la concessione dei prestiti. Dopo le ultime elezioni finite in modo inconcludente, e a causa della vittoria del fronte anti austerità rappresentato dalla sinistra radicale e anche dalla destra nazionalista, i colloqui tra Troika – Bce, Commissione europea e Fmi – e istituzioni elleniche si sono praticamente interrotte. Il 17 giugno si svolgeranno le nuove elezioni, e se il nuovo parlamento non voterà tagli nell’ordine di undici miliardi di euro è del tutto improbabile che verranno ancora erogati prestiti alla Grecia. Il governo ellenico dovrebbe ricevere aiuti finanziari per circa 4,2 miliardi di euro, necessari per proseguire le proprie attività vista l’impossibilità di ricorrere ai mercati internazionali per finanziarsi. source