Una vita complessa anche per il particolare lignaggio, infatti Giò è nipote del gerarca fascista Achille Starace, una formazione alta sarà quella che creerà il suo genio, tra Firenze e Roma e, già nel 1956 ha innumerevoli fans ed espone per la prima volta in via Margutta a Roma. Ma Giò scrive ed è con un libro che diventa “Personaggio” di spicco per il mondo culturale e letterario italiano, nel 1959 pubblica Roma capovolta, un testo autobiografico, che racconta le sue folli scorribande nella Roma della café society de La Dolce Vita. Il testo, esplicitamente gay, è sequestrato dalle autorità con l’accusa di propagare idee contrarie alla pubblica morale e dannose per il costume. Ma tutta l’opinione pubblica si concentra su Giò che in poco diventa l’omosessuale più noto di Italia, poco tempo dopo arriva Meglio l’uovo oggi, romanzo “a chiave”, sempre sulla vita omosessuale di Roma, nel quale si svela sotto veli non troppo difficili da decifrare l’omosessualità di vari personaggi, fra i quali l’ex re d’Italia Umberto II ed è scandalo, come scandalo sarà Roma erotica. Nel contempo palesa al mondo intero la sua transessualità, cosa ben diversa dall’omossessaulità per la moralista e cattolicissima Italietta. La sua vita è costellata di scandali e rumors, perchè mai e poi mai il moralismo feroce potrà accettare la libertà di pensiero di un personaggio come Giò. Ogni suo scritto viene sequestrato ma ogni sequestro non è altro che fama.
Una cosa e certa Giò non aderisce e non aderirà mai al movimento gay italiano anche se ne è comunque una delle massime ispiratrici.
Ci lascia così una personalità che ha avuto il coraggio di ribellarsi all’etichetta e alla morale “piccina” di una Italia indefinita.
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