La prima volta che sono nata

Da Iladev @IlariaDeVita

Quante prime volte viviamo nella nostra vita? I primi passi, il primo giorno di scuola, la prima volta in bicicletta senza rotelle, il primo bacio, la prima volta che il cuore ci batte all’impazzata perché ci siamo innamorati, il primo viaggio da soli e un’infinità di altre. Prime volte emozionanti, sorprendenti, un po’ spaventose, divertenti, preziose e comunque magiche proprio perché irripetibili. Nei primi anni della nostra vita, quando siamo piccolini, ne viviamo tantissime ad un ritmo sostenuto. Una lunga sequenza di esperienze che ci formeranno e saranno parte integrante di noi. Mano a mano che cresciamo le prime volte diminuiscono ma non per questo sono meno importanti. Di prime volte parla il meraviglioso e stra-consigliato libro edito da Sinnos nella collana i Tradotti “La prima volta che sono nata”, di Vincent Cuvellier e Charles Dutertre. Già best-seller in Francia dove ha conquistato oltre 20.000 lettori, quindi mica è piaciuto solo a me  eh.

Ne avevo tanto sentito parlare e qualche giorno fa sono andata finalmente dritta a recuperarlo in casa editrice che è vicino casa mia, piena di curiosità. L’ho sfogliato impaziente appena tornata a casa ed ha mantenuto a pieno le promesse. Mi ha conquistata per la sua tenerezza e poesia, per la semplicità ed il divertimento delicato che emana in ogni pagina con un’unione perfetta di parole ed immagini. È un piccolo momento di piacere, un balsamo in una giornata grigia in cui magari abbiamo l’umore sotto ai piedi.

Questo viaggio tra le prime volte lo facciamo in compagnia di Nina, una bambina dai capelli scuri e dalla faccia rosea e furbetta che a me ha fatto subito tanta simpatia. Partiamo proprio dalle basi, dal giorno in cui è nata ed ha visto per la prima volta gli occhi della mamma ed è stata bagnata dalle lacrime di gioia del suo papà. Nina ci racconta poi via via tutte le prime volte che ha attraversato nella sua vita.

Dal primo bagnetto, alla prima volta che si è guardata allo specchio e “lui mi ha sorriso”, alla prima volta che ha camminato ed è caduta fino mano a mano a prime volte più mature come le prime amicizie, il primo reggiseno (troppo grande), la prima volta che ha ballato con un ragazzo, il primo bacio, il primo amore e le prime inevitabili delusioni. Ma anche e soprattutto poi, come un cerchio che si chiude, la prima volta che una bambina si è mossa nella sua pancia. “La prima volta che sei nata tu, io sono nata per la seconda volta”. Eh si perché Nina fa questo racconto alla sua bambina narrandole di come la vita sia un’emozionante sequenza di prime volte da assaporare.

Un libro mai come questa volta non solo per bambini ma anche, e oserei direi forse soprattutto, per noi cosiddetti adulti che possiamo godercelo in tutte le sfumature. Un albo che fa sorridere, intenerire e scendere anche qualche lacrima (sì io ultimamente sono una piagnona ma se non avete il cuore di travertino vi farà lo stesso effetto, ci scommetto oh). Un mix di malinconia e gioia mai banale o sdolcinato. Odio le cose smielate! Uno di quei libri belli da conservare in un posto sicuro per non perderlo e rileggere più volte in varie fasi della vita: da bambini, da adolescenti brufolosi, da giovani universitari incerti sul futuro, da genitori e ancora più in là perché c’è sempre il momento giusto per intraprendere questo viaggio. Vi ho convinto?


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