La prima giornata (cfr. link sopra) si segnalava le vittorie fuori casa di Samoa e di Tonga, a spese di Fiji e Giappone; nella seconda giornata le parti si giravano a sottolineare il grande equilibrio (e le immense motivazioni d'orgoglio nazionale in gioco): le due sconfitte della prima giornata risultavano vincenti, il Giappone prevaleva per un pelo su Tonga (28-27) e i padroni di casa Figiani battevano nettamente Samoa (36-18).
L'ultima giornata, mercoledì scorso a Suva, vedeva tutte le squadre ancora potenzialmente in lizza per il trofeo e prevedeva Samoa - Tonga e a seguire Fiji - Giappone.
La prima partita vedeva la vittoria di Tonga per 29-19: due mete a una, Tongani avanti fino al 19-3 di fine primo tempo, grazie alla meta del pilone dei Chiefs e Hawkes Bay Taumalolo (Fakaanaua Ki Alisona) alla mezz'ora e ai piazzati dell'apertura Kurt Morath (19 punti totali), un passato a Taranaki. Nel secondo tempo Samoa perveniva al 19 pari nei primi venti minuti, coi piazzati dell'estremo James So'oialo (fratello minore del nazionale All Blacks) e la meta dell'ala dei Wasps David Lemi. Nell'ultimo quarto Tonga respingeva l'assalto samoano prima con un piazzato di Morath e infine al 75' con la meta dell'ala - centro William Helu, la scorsa stagione a Roma. Importante vittoria per Tonga, cui però manca il punto di bonus che risulterà fatale.
Aldilà del recupero frustrato nel finale, Samoa impressiona per il depth, potendo schierare una nazionale competitiva "quasi B" - con giocatori del livello di Census Johnston, Filipo Levi, Brenton Helleur e Fili in mediana, Levi e So'oialo - che esclude molti dei protagonisti di quella che sarà la storica vittoria con l'Australia, solo quattro giorni dopo.
In sequenza scendevano in campo Fiji e Giappone: con Tonga a 10 punti in classifica e i padroni di casa a 5, non basterebbe loro la vittoria col bonus per vincere il torneo, essendo stati sconfitti dai tongani nello scontro diretto. Invece la vittoria col bonus porterebbe i giapponesi ultimi in classifica anch'essi con 5 punti al trionfo, avendo vinto per un punto lo scontro diretto qualche giorno prima. Forse tali divergenti chiavi psicologiche spiegano l'esito dell'incontro: Fiji demotivata e irritata perde in casa 24-13, quattro mete a due, in una rocambolesca gara che li vede concludere la partita in dodici, puniti da tre gialli e due rossi.
La quarta meta giapponese marcata in extra time dal trequarti di rincalzo Yuta Iamamura, spezzava il cuore ai tongani e consentiva al team allenato da John Kirwan, dominatore dell'area asiatica ma mai vincente in quella pacifica, di sollevare il primo trofeo "pesante", nell'anno di gran lunga più problematico per un Paese che nel rugby ha assunto un approccio "tutto investimento" per primeggiare.
L'inizio era stato dei padroni di casa: 8-0 nel primo tempo grazie a un penalty di Seremaia Bai di Castres e a una mete del redivivo Napolioni Nalaga ex Clermont. Il divario accumulato è poca cosa rispetto al dominio nel possesso e nelle iniziative, è l'indisciplina a costare molto cara agli isolani: il nr8 Dominiko Waqaniburotu (Waikato) si becca un giallo, poi il collega di reparto Sisa Koyamaibole (ex Sale, ora LOU) si prende il rosso diretto per placcaggio pericoloso.
Nel secondo tempo il vantaggio numerico gioca a favore degli ospiti, corroborato da ulteriori indiscipline: nonostante la seconda meta di Nalaga, il giallo a Bai consente ai giapponesi di portarsi fino al 12-13 di tre quarti gara (mete dell'estremo Go Aruga, del centro Ryan Nicholas ex Otago e del'estremo di rincalzo Shaun Webb ex Otago e Crusaders). L'ultimo quarto è tragico per i figiani: il rosso a Seru Rabeni (ex LaRochelle) per placcaggio alto, dava nuovamente ai giapponesi il vantaggio di due uomini, usato per pervenire al vantaggio con la meta di Shota Horie; nel finale il giallo a Luvenjyali (ex Quins, ora Welsh) e il conseguente 12 contro 15 apriva la strada alla conquista del trofeo con la meta in zona Cesarini.
(*): Le isole Fiji sono rette da una giunta militare figlia di un colpo di stato, boicottato dalle due democrazie regionali Australia e Nuova Zelanda. In particolare, il governo della Nuova Zelanda evidentemente memore dei tempi dell'apartheid sudafricano, vieta ogni rapporto anche sportivo, il che complica non poco la oramai prossima Coppa del Mondo.
La Irb ha prestato i sui buoni uffici per allentare il boicottaggio, che non è della Federazione rugby NZRU ma legge del Governo neozelandese; fino all'accordo per un test match pre mondiale All Blacks vs. Fiji, uno sbarco della nazionale figiana prodromico alla sua partecipazione ai Mondiali.
Ora però succede che tra i convocati nella nazionale figiana per il Test ci sia anche un militare, cioè uno "compromesso con il regime" secondo le norme neozelandesi; probabile che sia un tentativo tutto politico della giunta figiana, per provare ad "allargare" le maglie del boicottaggio dopo che la Irb aveva trovato un compromesso, "benedetto" dal rilocare la PNC nell'Arcipelago Pacifico. Si vedrà nel corso della settimana come andrà a finire.