Una merce che troppo spesso viene travisata o su cui si specula molto facilmente, verbalmente e lucrosamente. Quello che Il Circolo dell’Ora Elegante vuole fare è far si che questa merce rara diventi la moneta sonante di un gruppo di persone appassionate, con cui pagare lo spazio, il tempo e il silenzio che si vuole acquistare e consumare insieme.
Questo trittico, amato e definito da Thierry Paquot nel suo Elogio del Lusso, sta alla base non solo della nuova concezione dello stesso inteso come riappropriarsi del giusto tempo, del proprio spazio sempre invaso e del silenzio che oramai è identificato, forse, soltanto nella montagna più alta, ma è anche essenziale per la voracità esistenziale di alcune anime, di alcune affinità che vogliono sostenersi a vicenda e sostenere un tipo di percorso di vita costituito dal piacere della ricerca della bellezza e dei suoi insegnamenti, senza perdere il contatto con la realtà circostante e lo Spirito del Tempo.
Per poterlo fare si deve avere un alto valore etico e una poliedricità umana fuori dal comune, un senso quasi civico di conservazione del gusto e della tradizione, rispettando morfologie sociali e fisiche, tecnologie, sistemi sociali, riversando come alchimisti, in esse questi valori e sottraendo gli elementi non consoni o impuri,pur rispettando chi sceglie di mantenerli. Insomma rendendosi veramente uomini di mondo, non soltanto
In questo cappello iniziale c’è, in modo molto metaforico, il cuore del corpo de Il Circolo dell’Ora Elegante, che è nato grazie alle chiacchiere e all’amicizia con il maestro calzolaio Antonio Pio Mele e la nostra redazione, un corpo che lentamente sta prendendo confidenza con gli arti fatti degli associati, con i polmoni costituiti dall’aria appassionata degli artigiani, che guarda con occhi nuovi e molteplici il mondo e le sue sfaccettature. Un corpo che si sta costruendo lentamente e che vuole diventare un punto di riferimento per chi volesse davvero ritrovarsi in modo sincero con altre persone che hanno la stessa visione e lo stesso moto infuocato verso la propria vita e le proprie scelte. Uomini e donne che vorrebbero passare del tempo insieme, per parlare di libri, cibo, distillati, sartoria, cinema ma anche solo per fumare sapendo di avere un compagno di avventura, un’anima della stessa pasta.
Il Circolo si costituirà nel tempo, in un tempo veloce, futurista, e sarà sempre più ardito nelle scelte fuori dal coro e nel suo illuminare campi che possono essere stati lasciati nel chiaroscuro da altri o completamente allo scuro di tanti.
Venerdì 4 Novembre presso la Boutique di Antonio Pio Mele in via Soncino 3 a Milano si sono ritrovati appassionati come Paul de Sury, Giovanni Alfieri, Roberto Viscomi, Lorenzo Preattoni, Andrea Lorenzi,Fulvio Zubiani, Alfredo de Giglio, colleghi di Monsieur, Revolution per assistere e fare parte, alla nascita di questo “club”.
Il confronto e lo scambio sono stati regalati dalla Camiceria Ambrosiana che ci ha permesso un giro nel suo laboratorio- nella stessa strada milanese- mostrandoci l’arte del fatto a mano, facendoci ficcare il naso tra tessuti e segreti, dopo che il “la” per la piacevole serata è stato dato dall’introduzione alla nuova edizione del Trattato della vita elegante di Honoré de Balzac (Piano B Edizioni).
Rientrati nello splendido spazio che ha messo a disposizione Mele, con le sue scarpe e i suoi pellami straordinari, abbiamo avuto modo di brindare con le bollicine, intriganti e apprezzate da tutti in modo più che dichiarato, delle Tenute Villa Isimbarda, che con il suo Pinot Nero ha ravvivato i palati e accompagnato il buffet artigianale composto da quiche alla zucca e al radicchio.
Il fumo ha chiamato il bicchiere e a riempirlo stavolta Villa Zarri e il suo brandy assemblaggio tradizionale di 16 anni e il meraviglioso Brandy Italiano 21 anni millesimato con tabacco Kentucky accompagnati da dolci al cioccolato puro. Tutto dall’inizio alla fine si è sposato con ciò che gli stava accanto, danzando tra le mani dei soci e tra i loro sorrisi. Come le cravatte di Gianni Cerutti.
Una serata immortalata dal nostro fotografo-fumatore, di cui vi parleremo a giorni, il competente e appassionato Max Torriani che ha saputo cogliere il senso della serata e imprimerlo in foto.
Si ringraziano le aziende che hanno aderito spontaneamente a questo primo passo, offrendo a tutti un pezzo di sé e permettendo di scrivere la parola “Inizio” sulle pagine del quotidiano.
Il ringraziamento di cuore va anche a Antonio Pio Mele che ha aperto le porte della sua casa.