Il Foglio dedica un paginone al repulisti che, nell’anno appena trascorso dal suo insediamento, monsignor Giampaolo Crepaldi ha fatto nella diocesi di Trieste, anzi, nel giornalino diocesano: ha cambiato il direttore e ha fatto levare la rubrica delle lettere che aveva ospitato opinioni non ortodosse. Sembra poco, quasi niente, ma adesso Claudio Magris non potrà più vedervi pubblicate le sue e-mail, e chissà quanto ne soffrirà, e ciò che fa soffrire Claudio Magris non può che far godere Il Foglio, e insomma il paginone era dovuto.Al netto delle slinguazzate a Sua Eccellenza che arrivano all’involontaria ironia di un titolo che recita C’è dottrina a Trieste, l’articolone a firma di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro (in due ci si controlla meglio, a vicenda) un pregio ce l’ha: riporta un brano della prima omelia di monsignor Crepaldi da vescovo di quella diocesi (4.10.2009), che è un potente attacco al riduzionismo (“la principale ideologia di oggi”).“La persona viene ridotta ai suoi geni o ai suoi neuroni – lamenta Sua Eccellenza – l’amore è ridotto a chimica, la famiglia viene ridotta a un accordo, i diritti vengono ridotti a desideri, la democrazia viene ridotta a procedura, la religione viene ridotta a mito, la procreazione viene ridotta a produzione in laboratorio, il sapere viene ridotto a scienza e la scienza viene ridotta a esperimento, i valori morali vengono ridotti a scelte, le culture vengono ridotte a opinioni, la verità è ridotta a sensazione, l’autenticità viene ridotta a coerenza con la propria autoaffermazione”.Qui il testo è interrotto da quei puntini sospensivi che sul giornale di Giuliano Ferrara sono un irresistibile invito al testo integrale, dove in questo caso si scopre che si è levato: “Sono tanti i riduzionisti del nostro tempo, che tolgono ossigeno alle nostre anime”. Duretto, senza dubbio, e però si è levato il meglio: i riduzionisti non si limitano all’errore, ma sono pericolosi. Non è dato sapere come possano asfissiare le anime dei non riduzionisti, Sua Eccellenza non lo dice, ma questo sarà un dettaglio, e perciò Il Foglio sorvola anche sul cenno. Rimane la curiosità: se riduzionisticamente concepisco la mia famiglia come una rete di accordi amorosi e non solo, e se i membri della mia famiglia accordano sugli accordi, chi asfissiamo?
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