La Principessa Mononoke, contro l’avidità e la bramosia umana

Creato il 02 luglio 2014 da Alessio688

Ok, lo ammetto, mi sono realmente appassionato a Miyazaki. I suoi film mi toccano nel profondo, il regista ha una visione della vita con la quale mi rispecchio in pieno. Nel week end ho deciso così di vedere “La Principessa Mononoke”. Definire questo film un semplice anime sarebbe riduttivo e ingiusto. E’ un opera a tutto tondo che parla di temi importanti che dovrebbero suscitare in ogni spettatore domande sulle basi fondanti della nostra società.

Trama

Costretto a battersi con uno spirito della foresta tramutatosi in demone il principe Ashitaka rimane vittima di una terribile maledizione, un’infezione che, se non riuscirà a trovare una cura in tempo, lo porterà in breve alla tomba. Ashitaka decide così di abbandonare il proprio villaggio per chiedere il perdono del dio cervo, protettore dei boschi delle terre orientali, ma, una volta arrivato, si trova nel mezzo del terribile scontro fra la comunità mineraria di Tatara e gli spiriti della foresta guidati dalla giovane San.

Trailer

Opinione

Una delle prime cose che mi è saltata all’occhio è stata l’espressione data agli animali mentre questi interagivano e parlavano con gli esseri umani, il loro volto non aveva emozioni umane (cosa classica in un cartone della Disney per esempio) , ma manteneva la dignità dell’essere animale. Gli animali secondo me non vanno “umanizzati”, hanno una loro fierezza ed è giusto mostrarla così per come è. Passiamo poi a parlare dei messaggi che manda Miyazaki nel film, primo fra tutti il valore del rispetto e della sacralità della vita, nell’anime viene mostrato come celebrare la vita (aiutando chi si trova in difficoltà) e commemorare la morte (celebrando riti funebri per rispetto di una vita spezzata) sia importante per il Principe Ashitaka. Culto della vita e della morte sono ancestralmente radicate nell’animo umano.

L’uomo non rispetta la natura, questo è una altro tema chiave di questo film. L’avidità umana non ha limiti, pur di arricchirsi, di aumentare i propri agi, non si ha scrupoli nel distruggere completamente la natura che ci circonda in ogni sua forma. Ashitaka si troverà in mezzo a questo conflitto tra uomini e natura, e dovrà riuscire nell’ardua impresa di fare da anello di congiunzione tra gli animali e l’uomo, solo se l’uno farà un passo verso l’altro si potrà trovare una soluzione.

Progresso tecnologico e regresso, sebbene la tecnologia serva a migliorare la condizione di vita questa dovrebbe essere attenta a non distruggere l’ambiente intorno a noi altrimenti, come viene mostrato nel film, la natura si ribellerà mostrandoci un conto assai “salato” che annullerà il progresso raggiunto.

Traspare quindi l’immagine di un mondo sull’orlo della catastrofe, da un lato ci sono gli animali che agiscono con istinto e saggezza per salvaguardare l’habitat nel quale vivono, dall’altro ci sono gli uomini, che pur di incrementare la loro ricchezza, con estremo atto di autolesionismo, si dimenticano della natura che li lega profondamente alla vita.

Potrei stare qui a scriverne ancora per ore, perchè gli spunti e le riflessioni che induce Miyazaki con questo film sono davvero molteplici e rispecchiano gli usi che la nostra società ormai perpetua da centinaia di anni non rendendosene nemmeno conto.

Guardatelo perchè merita veramente di essere visto e fatemi sapere cosa ne pensate!!!