La prochaine fois je viserai le coeur

Creato il 03 novembre 2014 da Lo Sciame Inquieto
Eccomi all'ultimo appuntamento di quest’anno con il Festival internazionale del film di Roma. Un festival sinceramente un po’ sottotono non solo – e non tanto – per la qualità dei film presentati, quanto per il clima complessivo che si respira. Però a me piace sempre poter fare queste abbuffate di film dalle quali esco stanca ma soddisfatta…
Per questa ultima giornata innanzitutto decido che non posso far chiudere il Festival senza assaggiare i supplì dello stand di Supplizio del patron Arcangelo Dandini. E vengo premiata non solo da un supplì e una crema fritta buonissimi (da leccarsi i baffi), ma dalla presenza dello stesso Dandini che mi porta persino dei tovagliolini lì dove mi sono seduta a mangiare.
Entro dunque al cinema di umore ottimo e pronta a questo noir francese che ho scelto soprattutto perché trovo che il protagonista, Guillaume Canet, sia bravissimo come attore (e anche come regista).
Quello di Cèdric Anger è un anomalo film francese, fors'anche perché si tratta di una storia vera che alla fine degli anni Settanta ha sconvolto un piccolo paese di provincia dell’Oise e ha avuto parecchia risonanza sulla stampa francese. Comunque, dimenticate i film francesi in cui si parla troppo e non succede nulla, quelli con protagonisti uomini e donne di mezza età che però sono ancora rimasti adolescenti; dimenticate gli amori un po’ sfortunati e lamentosi, i sentimenti inespressi e il male di vivere.
Qui siamo di fronte a un noir poliziesco classico la cui storia potrebbe stare bene in un romanzo di Fred Vargas.
Franck è un gendarme timido, che vive da solo in una casa buia e che si trova a indagare insieme alla sua pattuglia sugli omicidi insensati di ragazze che stanno angosciando l’Oise. In realtà Franck è l’autore di questi crimini (e non vi rivelo niente, perché la verità è già nota fin dal primo istante): uccide giovani donne dalle quali – come dice L. che è con me all'anteprima – si sente sfidato. In realtà Franck ha seri problemi nelle relazioni con l’altro sesso e anche la giovane Sophie (Ana Girardot) che si innamora di lui e gli si avvicina finirà per comprenderne il tormento patologico.
Franck si sottopone a prove di forza assurde: fa il bagno in una vasca riempita di acqua gelida, dorme in una tenda all’aperto, si autoflagella e usa filo spinato per farsi del male. È un folle calcolatore, maniaco della pulizia personale, la cui personalità è totalmente sdoppiata.
Il film ne segue con occhio esterno ed obiettivo la parabola, non dimenticando una forma di pietas per un uomo disturbato e infelice, ma anche non tacendo la brutalità che a volte si nasconde dietro l’apparente normalità e che proprio per questo facciamo fatica a riconoscere anche di fronte all’evidenza.
Un bel film. Avvincente e sincero, che in fondo ci fa sentire la Francia e i francesi per una volta più simili a noi.
Voto: 3,5/5

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