La nostra società ipertecnologica e avanzata elabora tantissimi prodotti che servono per gli usi più svariati: dai computer per il lavoro e l’intrattenimento ai telefoni cellulari per comunicare, ascoltare musica, fare foto e video, collegarsi ad internet etc.
I diversi prodotti vengono venduti per i loro usi molteplici ma anche per altro…
Innanzitutto essi esprimono uno status sociale, condizioni di lusso o di privilegio, appartenenza ad un determinato ceto sociale etc.
Essi esprimono anche pensieri, idee, stili di vita, esprimono valori e modelli etici e comportamentali.
La cosa più importante è che essi vengono venduti per quello che rappresentano e non solo per le funzioni che possono svolgere.
I prodotti inoltre rimandano anche a “modelli” tecnologici a cui si ispirano infiniti prodotti.
Per esempio pensiamo al modello del “tablet”: il modello è uno solo, lanciato da Apple, ma ora esistono infiniti prodotti che rimandano al primo tablet.
Questo oggetto svolge tutta una serie di funzioni, ma oltre a ciò, dipendentemente da chi lo usa, diviene simbolo e icona di identificazione sociale.
Modelli che vengono prodotti a priori, prima di produrre gli oggetti che poi vengono venduti ai consumatori.
Modelli che fanno capo a una serie infinita di prodotti, modelli che fungono da “segno di riconoscimento”, modelli che rimandano a molteplici significati.
La società neoliberista e capitalista si serve di essi per la “propaganda” del “mito del progresso e dell’innovazione”, si serve di essi come strumento di “indottrinamento tecnologico”.
Quindi, come direbbe Baudrillard, non vengono prodotti solo beni di consumo ma anche i modelli a priori a cui si riferiranno i prodotti in serie, “vengono prodotti anche i consumatori” che si serviranno dei suddetti prodotti.