La trama (con parole mie): Anna, un'ostetrica di origini russe nata e cresciuta a Londra, una notte assiste alla morte durante il parto che porta alla luce la piccola Christina della giovanissima prostituta Tatiana, e dal diario di quest'ultima viene in contatto con i segreti di una famiglia di spicco della Vory V Zakone, la mala sovietica legata ad una lunga tradizione costruita su onore, silenzio e lealtà assoluta tracciate sul corpo di ogni membro grazie a tatuaggi che ne raccontano la vita e le gesta.Semyon, proprietario di un ristorante e capofamiglia, comincerà ad incombere, dunque, sulla donna, in modo da proteggere i suoi interessi e quelli del decisamente poco equilibrato figlio Kirill, spesso e volentieri tenuto al sicuro dall'autista e cane da guardia Nikolai, che attende le stelle pronte a renderlo un membro effettivo della Famiglia.Quando il rapporto tra Anna e Nikolai si fa più profondo e le mosse di Semyon più avventate, le vite di tutti loro potrebbero di fatto cambiare, e proprio grazie alla piccola Christina.
Questo post partecipa, con inchiostro e sangue, al David Cronenberg Day.
"Non posso prendere il posto del re, se il re è ancora al suo posto": così Nikolai risponde laconicamente ad Anna, ostetrica sconfitta dalla vita e ritrovatasi al centro di un intrigo di sangue e morte tipico delle famiglie criminali al culmine di una delle sequenze più intense che il Cinema degli Anni Zero abbia fino ad ora regalato al suo pubblico, una Pietà moderna che stringe gli uni agli altri un assassino membro della Vory V Zakone, una bimba appena nata dallo stupro di una prostituta quattordicenne ed una donna piegata da una relazione naufragata proprio a seguito di un aborto.E quella frase, tagliente e dura, pesante come un macigno, è un monito in grado di assumere connotati da visione quasi mistica, interpretazione della vita e dei suoi massimi sistemi, estremizzazione del contesto e del conflitto quasi naturale tra padri e figli, vissuto a più livelli da Semyon e Kirill, Kirill e Nikolai, Nikolai e Semyon.Ed è anche una promessa, quella pronunciata dall'autista dai più volti giunto come un oscuro salvatore a cambiare la vita di Anna: una promessa diversa da quella che da il titolo ad uno dei vertici assoluti della carriera di David Cronenberg - nonchè l'ultimo suo lavoro davvero degno di nota -, gemello dell'altrettanto grande A history of violence, ad una sceneggiatura da manuale, un vero colpo di pistola, firmata Stephen Knight, regista dei recenti Redemption e Locke.Una promessa che passa dalla violenza, ma conduce alla salvezza, al contrario di tutte quelle che la speranza strappa a ragazze figlie della campagna dell'ex URSS per condurle a quello che dovrebbe essere il sogno del benessere occidentale, spesso finito in qualche bordello più o meno di lusso, e consumato nello scorrere di giorni resi sopportabili soltanto grazie alla droga.Raramente, e non solo nella Storia recente della settima arte, si è incontrato un tale concentrato di tensione, calor bianco e velocità all'interno di una vicenda in realtà complessa e stratificata, resa da regista e sceneggiatore all'osso, all'essenziale, all'assoluto delle questioni che porta come un pesante fardello sulle spalle e nel cuore dello spettatore: un Mystic river del crimine organizzato, una favola nerissima che percorre la strada di un protagonista tra i più incredibili del genere e non solo.Nikolai, uomo d'acciaio forgiato da una vita di violenza, pare essere in grado di uno dei miracoli più incredibili che l'Uomo possa portare a compimento: mostrare, ad un tempo, la selvaggia ferocia del predatore e la pietà quasi religiosa del santo. Dallo sguardo spiritato e la sigaretta spenta sulla lingua a quel "resta viva" all'indirizzo della prostituta ucraina, passando attraverso due sequenze che da sole varrebbero il Capolavoro - il riconoscimento delle agognate stelle e la lotta senza quartiere con i ceceni nella sauna -, Nikolai - grazie ad uno straordinario Viggo Mortensen - conduce lo spettatore attraverso una vera e propria valle di lacrime ed una Londra fumosa e grigia come avrebbe potuto essere quella della Whitechapel di Jack lo squartatore, o dell'Elephant man di Lynch, lasciando che gli spicchi di luce e colore delle celebrazioni natalizie e dei costumi russi non siano altro che visionari lampi all'interno di questo determinante passo nella ricerca di Cronenberg rispetto alle mutazioni ed alle trasformazioni, fisiche e mentali, cui siamo sottoposti per necessità, istinto o volontà.Dalle gole tagliate alle placente rotte sgorga dunque a fiotti il sangue, pronto a tramutarsi nell'inchiostro dei tatuaggi che segnano la storia di chi li porta come ricordi troppo ingombranti, o promesse che soltanto nel profondo sapremo se potremo davvero mantenere.Ed anche mantenute, una volta rimasti soli con noi stessi, non è detto che non lascino dietro di loro cicatrici anche più profonde di quanto l'ago potrà mai celare con i suoi articolati disegni: perchè se Christina ed Anna sono la luce e la speranza, resta comunque un abisso pronto a ricambiare gli sguardi di chi lo sfida, e che richiederà sempre e comunque la sua eredità di buio profondo.Lo stesso che porta, nel vestito e nell'anima, Nikolai.
MrFord
Partecipano alle celebrazioni i colleghi bloggers:http://scrivenny-dennyb.blogspot.com/2014/03/david-cronenberg-day-history-of-violence.html
http://incentralperk.blogspot.com/2014/03/david-cronenberg-day-crash.html
http://pensiericannibali.blogspot.com/2014/03/viaggio-existenziale-nel-cinema-di.html
http://hovogliadicinema.blogspot.com/2014/03/david-cronenberg-day-cosmopolis.html
http://nonceparagone.blogspot.com/2014/03/david-cronenberg-day-rabid-sete-di.html
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http://combinazionecasuale.blogspot.com/2014/03/david-cronenberg-day-videodrome-1983.html http://bollalmanacco.blogspot.com/2014/03/david-cronenberg-day-my-life-in.html
"Oh oh oh oh oh oh
all the promises we made
promises we made
all the meaningless and empty words I broke
broke broooke."The Cranberries - "Promises" -