La prossima frontiera dell'astronomia: la ricerca di lune extrasolari

Creato il 24 ottobre 2012 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Ice moon Europa by New Horizons
Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Ora che gli astronomi trovano abbastanza abitualmente pianeti al di fuori del nostro sistema solare, dal Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) arriva la proposta di cercare le lune extrasolari.

"E' il prossimo grande passo nel campo astronomico. Abbiamo trovato pianeti rocciosi più piccoli di Marte, la grande sfida è ora quella di trovare una luna", ha detto David Kipping del CfA e Harvard College Observatory.

Kipping dirige il team Exomoons con il progetto Kepler (HEK), che già da un anno unisce sei astronomi di diverse istituzioni nella ricerca di lune al di fuori del nostro sistema solare. Nonostante la giovane età, il gruppo ha già avuto un certo successo con la pubblicazione di due documenti accademici, tra cui il primo rilevamento di un pianeta invisibile trovato notando gli effetti del suo transito su un altro pianeta durante il passaggio di quest'ultimo davanti alla propria stella.

Il team di ricerca usa i dati pubblici del Kepler Space Telescope che, lanciato nel 2009, ha avuto un successo strepitoso.

Kipping parte dal presupposto che le lune sono estremamente comuni nel nostro sistema solare: 176 orbitano intorno a sei degli otto pianeti. E' quindi ragionevole aspettarsi che la fuori, siano altrettanto diffuse.

Tuttavia la possibilità di trovare lune lontane è limitata alla tecnologia attuale: anche se Kepler rappresenta un enorme passo in avanti come cercatore di pianeti, è stato progettato per cercare quelli simili alla Terra che potrebbero ospitare la vita. Per ora corpi molto piccoli sono al di fuori delle sue capacità di rilevazione.
Ma Kipping sottolinea che se esistono lune la fuori, è probabile che si siano formate intorno ai giganti gassosi e se sono sufficientemente grandi da essere viste da Kepler, allora potrebbero avere una gravità in grado di formare un ambiente adatto alla vita.

Kepler rileva i pianeti osservando la luce delle stelle: quando un pianeta transita davanti ad una di esse, la luce della stella si affievolisce. Se il pianeta non ha alcuna luna, la variazione luminosa è sempre la stessa; se invece, il pianeta ha una luna considerevole allora questa contribuisce, insieme al pianeta stesso, a creare una schermatura luminosa variabile a seconda della posizione nell'orbita, in quel momento. Osservazioni temporali dei vari passaggi, dovrebbero quindi permettere di rilevare anche la presenza di corpi più piccoli.

Gli sforzi del team per ora sono concentrati su una dozzina di candidati: alcuni risultati verranno presentati all'incontro American Astronomical Society di gennaio.


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