La protesta dei post.it

Creato il 03 ottobre 2011 da Simonetta Frongia

Pubblico, quasi per intero l'articolo di Il Salvagente di Serena Fiorletta, poichè essendo una blogger che si premura sempre di citare le fonti, rettificare i contenuti dei post, prima che mi venga fatta una richiesta formale (cosa che in Italia non fanno più neppure i giornali più seri) e, sopratutto poichè non mi prendo mai la briga di insultare nessuno e, anzi alla fin fine faccio un "lavoro" senza nessuna e, ripeto nessuna remunerazione e, anzi con il timore che le cose che dico possano innanzitutto essere fraintese o "copiate" e, quindi il mio lavoro intellettuale può essere rubato e firmato da qualcun altro senza che me ne accorga. Allora in questo caso rivendico semmai la tutela della proprietà intellettuale e, la libertà di espressione sin tanto ché la mia libertà si prefigge di non ledere quella degli altri. Forse non si presta abbastanza attenzione al fatto che molti blogger si prefiggono come scopo non tanto quello di "acculturare", quanto quello di dare un punto di vista alternativo su certe questioni o di trattarne alcune che non passano nei canali soliti dell'informazione. Io personalmente sia qui che in Pedagogika Press http://pedagogikapress.blogspot.com/,  mi occupo di temi che non interessano le grandi masse o forse no. Nel senso che i canali soliti di informazione parlano "male" e "poco" di temi quali: il pensiero indipendente, i diritti dei minori e della società in genere o più espressamente di tematiche pedagogiche poichè queste notizie non fanno odiens, non hanno mercato. Io di contro mi impegno anche a non parlare di politica e non sono per nessuno schieramento, io opto per la libertà di pensiero e possibilmente per la visione oggettiva e quanto più vicina al senso critico e razionale delle cose.  Simonetta   *********************************************************************** L'articolo di Il salvagente  http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Legge%20bavaglio,%20la%20protesta%20dei%20post.it&idSezione=12516  È finito il conto alla rovescia. La gente è arrivata alla spicciolata sulla piazza del Pantheon e i turisti incuriositi hanno lasciato spazio ai manifestanti. Sono arrivati dotati degli ormai noti post.it gialli  appiccicati sulle borse, sulle magliette, sui volti accaldati, con su scritto "no al bavaglio", "basta", "libertà". Ieri la piazza romana era una piazza con pochi politici e tanti cittadini, donne e uomini, giornalisti, pensionati, lavoratori vari, studenti e gli immancabili precari. Tanti di loro sono i "famosi blogger". Cioè gente comune che attraverso la rete scrive ciò che pensa e che sente. "Ho un blog perché è un'esigenza personale, mi ritaglio in questo modo uno spazio per poter esprimere il mio pensiero, non solo politico. Così la mia espresisone non è limitata solo ad alcune occasioni, posso farlo quando voglio", spiega Gap, nickname di un blogger romano, che attraverso il web ha trovato confronto, attivismo e amici.
"Sono qui perché la riproposizione di questo decreto è l'ennesimo tentativo di limitare la libertà, non solo di stampa, ciò che è in pericolo è la democrazia tout court; mettere in discussione la libertà della rete è mettere in discussione la libertà stessa, ma in fondo questa fa paura a qualunque potere" conclude sarcastico Gap.
"Su internet posso seguire ciò voglio, mi costruisco la mia informazione, attraverso i giornali e attraverso vari blog", dice Riccardo, guida alpina laureato in antropologia, "non ho un blog ma voglio che chi ce l'ha continui a farlo, voglio che tutti possano avere accesso ad un'informazione libera dai poteri, gratuita e non doverci accontentare solo della televisone, quella italiana poi...".
La gente in piazza ha voci diverse per un unico e coerente discorso, la libertà di informazione e non solo, "perché c'è sempre pericolo che i nostri diritti ci vengano tolti", dice Mimma, "io sono pensionata ma tutti questi giovani in piazza che non sapranno neppure cosa è una pensione? A loro i diritti fondamentali sono negati. Non bisogna mai abbassare la guardia. Io sono andata anche ad una lettura pubblica sull'articolo 21, perchè l'informazione è quello che ci tutela dai soprusi".
"Non ci dobbiamo far spaventare, né farci mettere uno contro l'altro. Il mondo della rete c'è, è attivo e non solo virtuale, infatti legge i giornali, usa internet e si riversa nelle piazze", le fa eco Giorgio, impiegato appena uscito dal suo ufficio.
È una piazza variegata e non mancano ovviamente i professionisti dell'informazione, i giornalisti, sono in tanti nella piazza, per fare il loro mestiere e per dire che sono pronti anche a non rispettare una legge che è in contrapposizione con la Costituzione e la legge istitutiva dell'Ordine dei giornalisti. Lo affermano a gran voce associazioni come G.I.U.L.I.A (Giornaliste unite libere e autonome), nata in questi giorni da una riunione di giornaliste professioniste che in quanto donne sanno bene cosa vuol dire essere silenziate e impossibilitate a parlare. "Questa legge è liberticida, più di altre, imbavaglia perfino i blogger, i giornalisti e le giornaliste non possono non tornare in piazza", dice Silvia Garambois, della neonata associazione, "torniamo anche in quanto donne a denunciare che nonostante la parità numerica di giornalisti uomini e donne in Italia, nei vari enti e nei ruoli di potere e decisionali, le donne sono in netta minoranza quando non assenti. Ad esempio su oltre 70 consiglieri dell'Inpgi solo sette sono donne". "Noi non vogliamo alcuna quota rosa, noi vogliamo l'equa rappresentanza, ciò è importante anche perché ci prefiggiamo l'obiettivo di intervenire tutte le volte che i media offenderano le donne", conclude Garambois.
E questa è l'occasione anche per chi questo mestiere lo fa da precario, sono infatti presenti i giovani giornalisti precari romani riuniti nell'associazione "Errori di Stampa", che dicono di essere qui contro la legge bavaglio ma anche contro il bavaglio messo a chi è costretto a vivere da precario, "Errori di Stampa non può che solidarizzare con l’iniziativa sindacale e appoggiarla scendendo in piazza con i colleghi", dice il portavoce Matteo Valerio, "ma riteniamo che sia fondamentale fare un passo indietro nel ragionamento, per poterne poi fare due avanti. Siamo d’accordo che un ddl che non permetta la diffusione dei contenuti, delle presunte prove di illeciti fino al momento dell’appello nell’iter processuale, metta di fatto un inaccettabile bavaglio alla cronaca giudiziaria”.
Ma ci viene spontanea una domanda: al netto di questo decreto, il sistema dell’informazione attuale, che si regge sempre di più su precariato, esternalizzazione del lavoro, collaboratori a pochi euro a pezzo, è veramente libero e senza censure? "I grandi organi di informazione che conducono le grandi battaglie contro il bavaglio farebbero bene a guardarsi in casa e a porsi qualche domanda su come stanno tirando su nuove generazioni di giornalisti", conclude Valerio mentre sulla piazza arrivano i politici e si apre il comizio.
"Insomma intervistate noi e non i politici e i vari rappresentanti istituzionali" dice Luz, una blogger, "siamo noi e chi fa informazione ogni giorno ad essere minacciati e non solo nella libertà di espressione, parlo come donna, come blogger, come lettrice, come madre di figlie precarie". La piazza intanto continua a riempirsi.
Dal web alla piazza. Un'altra volta. Mancano pochissime ore alla mobilitazione, contro il disegno di legge sulle intercettazioni, che si terrà questo pomeriggio a piazza del Pantheon a Roma, dalle 15 alle 18. Il ddl contestato mette concretamente un bavaglio all'attività dei magistrati e alla stampa, tentando di emanare l'ennesima legge ad personam che protegga il Premier dalla possibilità di essere indagato e processato. Tutto questo mentre Valter Lavitola, parla in diretta, da una sconosciuta località del Sudamerica, con Bersaglio mobile, la nuova trasmissione condotta da Enrico Mentana su La7, dichiarando di essere costantemente in "pensiero di essere intercettato", di avere il "terrore dei magistrati".  
L'iniziativa di oggi promossa dal "Comitato per la libertà e il diritto all’informazione", ha visto numerose adesioni crescere di ora in ora, associazioni, partiti, sindacati, comitati di attivisti, singoli e tanti blogger. Sono soprattutto questi ultimi, insieme ai giornalisti, ad avere lanciato il tam tam su internet per la mobilitazione. All'interno del ddl infatti c'è la cosiddetta norma "ammazza blog". La disposizione prevede per ogni gestore di sito informatico l’obbligo di rettificare il contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Non c’è possibilità di replica e chi non rettifica paga fino a 12mila euro di multa. La proposta ha fatto sollevare il mondo dei blogger, che scrivono per passione e diletto, spesso con serietà. Non ci stanno a vedere i loro diritti di espressione minacciati e difendono la loro piazza virtuale scendendo in quella reale.
La volontà degli organizzatori è "marcare a uomo" ddl sulle intercettazioni seguendo tutti i suoi passaggi parlamentari. "Oggi lanceremo un'iniziativa più grande, sulla falsariga della manifestazione a piazza del Popolo del 2009. E stabiliremo un calendario di massima per i sit-in", dice Renzo Santelli, responsabile delle relazioni esterne della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
"Giuro che se e quando la legge bavaglio sarà approvata mi impegnerò a fare prevalere sempre e comunque il dovere di informare e il diritto di essere informati", così recita il "giuramento di Ippocrate" per i giornalisti e per chi si occupa di informazione che verrà distribuito in piazza da Articolo 21.Ai professionisti della comunicazione fanno eco i politici, "il ddl intercettazioni ha l’unico scopo di nascondere le malefatte di questo esecutivo e per farlo è disposto a tutto. Persino privare i cittadini dei loro diritti" dice Leoluca Orlando, portavoce dell'Idv; anche l’Udc sta valutando il proprio voto negativo, se il testo non sarà sostanzialmente modificato.
Anche la Cgil sarà in piazza, perché "questo provvedimento non ha niente a che fare con la privacy. Basta far caso a una cosa: viene riattivato solo quando emergono problemi di carattere giudiziario relativi al presidente del Consiglio”, dice il segretario confederale Fulvio Fammoni della Cgil.
“Sembra che si utilizzi la crisi, il fatto che i cittadini sono impegnati a pensare a come arrivare alla fine del mese, per continuare l'affondo verso la libertà d'informazione”, ha proseguito il rappresentante sindacale, per poi concludere: “è solo un pezzo di un'iniziativa più generale che mette insieme le censure, i tagli e il depotenziamento del servizio pubblico, gli interventi sui giornalisti”.  Non è però del tutto vero che le persone comuni “ignorano” queste cose: da giorni su internet rimbalzano foto, video, post, commenti, documenti e vademecum per comprendere meglio il ddl. Sono attenti, preparati, informati, e spesso sono loro stessi a fanno informazione. Per questo oggi, con i mezzi a disposizione saranno in piazza.
Ultimo aggiornamento: 30/09/11

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