Il giro del mondo in 80 pensieri | Il nuovo saggio di Piergiorgio Odifreddi
di Leone Maria Anselmi
Il monito di Odifreddi: «Bisognerebbe fruire dei romanzi, dei film e della televisione cum grano salis», ossia a piccole dosi, altro non è se non un invito a godere della bellezza del pensiero logico-matematico, un pensiero libero dalla sovrastruttura della superstitionem, quel pensiero meravigliosamente umano che continuamente si domanda e continuamente si risponde, senza l’assurda pretesa di una dogmatica esaustività, un pensiero sempre pronto a riformularsi, a contraddirsi, a ricredersi, in una parola: a evolversi. «Solo uno scrittore refrattario alle dolcezze della matematica può illudersi che accostare gli infiniti agli dèi omerici possa essere più interessante, o più significativo, di un calcolo che sommi infinite unità positive e dia come risultato un numero frazionario negativo.» E qui la critica tagliente di Odifreddi colpisce in particolare lo scrittore americano David Leavitt, reo a suo dire, nel romanzo Il matematico indiano, di aver ricostruito la storia del grande matematico Srinivasa Ramanujan soffermandosi sulla sua omosessualità (trascurabile poiché ordinaria) invece che sulla straordinaria diversità del suo pensiero matematico. In troppi casi, rileva Odifreddi, la letteratura (e più in generale le arti creative) cerca di ancorare la finzione alla realtà, distorcendola, rendendola soltanto un riflesso soggettivo della vita interiore dello scrittore, e non «lo specchio oggettivo della vita sociale contemporanea, che proprio sulla tecnologia e sulla scienza si basa (…) La letteratura ha il diritto di affrancarsi dalle superficialità della narrazione, e il dovere di addentrarsi nelle profondità della speculazione, se aspira ad essere non un prodotto di consumo materiale, ma uno strumento di meditazione spirituale.»
Se alla stupidità religiosa non c’è rimedio, per tutto il resto c’è sempre una speranza, e Odifreddi la individua nella sinergia tra cultura scientifica e cultura umanistica: «La prova più esplicita della compatibilità tra scienza e arte si trova nella matematica, che fornisce a entrambe uno strumento comune per esprimerne gli aspetti essenziali.», e qui cita il caso emblematico di Cezanne, che nella sua pittura denudò lo scheletro matematico della realtà. «I diversi aspetti della cultura, conclude Odifreddi, sono tutti astrattamente connessi. Il ritmo è simmetria della poesia e della musica. La simmetria è ritmo della pittura. La poesia è musica del linguaggio. La musica è pittura nel tempo. La pittura è musica nello spazio. L’architettura è musica pietrificata. E, soprattutto, la matematica è poesia dell’Universo, pittura astratta del mondo, musica delle sfere.» Chiude il saggio un bellissimo postludio ondivago che altro non è se non la prova matematica dell’esistenza della poesia.
Leone Maria Anselmi
Cover Amedit n. 24 – Settembre 2015
“Noli Me Tangere” omaggio a Pier Paolo Pasolini.
by Iano 2015
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Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 24 – Settembre 2015.
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