Il debito italiano a giugno è arrivato a 1972,9 miliardi di euro: un debito da record. Un anno fa era a 1900,8 miliardi. L’aumento del debito pubblico italiano sembra non arrestarsi mai nonostante i provvedimenti di un governo “tecnico” che “crede” di riuscire a risolvere tutti i problemi che affliggono l’Italia.
Un debito causato da anni di sprechi, corruzione, tangenti, malaffare e tanto altro ancora.
Un debito ereditato da generazioni di politici che hanno “rubato a mano larga” e molti altri continuano a farlo come dimostrano i casi degli anni recenti.
Bisognerebbe chiedere agli italiani se pagare questo debito o no con un referendum: un debito che tanti italiani non vorrebbero “onorare” e vorrebbero scegliere una via alternativa a pagarlo così come è magari rinegoziandolo.
Non pagare il debito vorrebbe dire default con il “disastro” che comporterebbe per tutti: ma la cifra è così enorme da sembrare una “montagna invalicabile”.
Un debito causato anche da un’evasione fiscale molto diffusa nel nostro paese sia per una questione di mentalità che per la pressione fiscale che è esorbitante.
Sono nate associazioni e movimenti contro il pagamento del debito sovrano: anche alcune frange della politica o dell’anti-politica per meglio dire suggeriscono di non pagarlo o di rinegoziarlo.
Quella del debito è una questione “spinosa” di non facile risoluzione e sarà tema di dibattito per la futura politica italiana per un bel po.
E’ motivo di dissenso in tante manifestazioni e agitazioni di piazza, è uno dei temi “caldi” dell’opinione pubblica insieme all’attacco recente verso la “casta” politica.