La questione del nucleare in Italia

Creato il 15 marzo 2011 da Dher

Non bastasse il terremoto, e lo tsunami da esso generato, il Giappone deve adesso fronteggiare una nuova agghiacciante minaccia: le radiazioni nucleari.

Gli sconvolgimenti ambientali dei giorni scorsi hanno danneggiato, forse irreparabilmente, la centrale nucleare di Fukushima provocando esplosioni, morti e feriti.
Il terremoto ha infatti causato il malfunzionamento dell’impianto di raffreddamento della centrale, apparato importantissimo per la sicurezza della struttura e di tutto ciò che la circonda per km e km, e il conseguente surriscaldamento del reattore nucleare sta tenendo con il fiato sospeso il mondo intero sotto la minaccia della tanto temuta fusione del nocciolo.
Le vicende del Giappone hanno riacceso la diatriba sul nucleare in tutta Europa e specialmente in Italia dove presumibilmente la questione verrà lasciata alla scelta dei cittadini attraverso un referendum in cui ognuno potrà esprimere un SI oppure un NO alla possibilità di costruire centrali nucleari sul territorio italiano.


Non ci vuole un genio peròper prevedere che la maggior parte degli italiani, per paura, per disinformazione e per troppa informazione, opterà per il NO.
E non hanno tutti i torti. Assolutamente.

L’impossibilità del nucleare in Italia non è una pura (la solita) strumentalizzazione politica ma è figlia di diversi, troppi, interrogativi insoluti.

In primo luogo il gioco non vale la candela. Un guadagno energetico del 4% tra 20 anni a fronte di una spesa di oltre 10 miliardi di euro immediata è davvero troppa poca roba per correre il rischio e sobbarcarsi gli oneri finanziari.
Ma non finisce qui. Purtroppo.

La costruzione e la gestione di un impianto nucleare richiedono una perizia, una precisione e una professionalità che, nostro malgrado, in Italia non esistono: in un paese in cui gli edifici pubblici (ospedali e case degli studenti nelle recenti tristi cronache) vengono realizzati con materiali scadenti per fare la cresta sui finanziamenti, dove le competenze vengono messe in secondo piano da opportune parentele con il politico di turno, una centrale nucleare diventerebbe una bomba ad orologeria sempre sul punto di esplodere.

Infine, non è da sottovalutare il problema del posizionamento dell’impianto.
Se la gente si è rivoltata per l’apertura di una discarica nei pressi della propria città cosa o chi la convincerà a vivere a due passi da un reattore nucleare?

Solo quando verranno chiariti questi dubbi si potrà parlare ella possibilità di costruire centrali nucleari in Italia. Fino ad allora sarà solo fiction.


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