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La questione della colpa secondo Karl Jaspers | di Luigi Vassallo, in Ipse Dixit

Creato il 07 febbraio 2015 da Paolo Ferrario @PFerrario

Karl Jaspers (nato nel 1883 e morto nel 1969) era uno psichiatra e filosofo tedesco. All’avvento del nazismo manifestò subito idee contrarie al regime e per questo venne allontanato dall’insegnamento universitario. Nel 1937 i nazisti gli imposero di scegliere tra il divorzio dalla moglie ebrea o l’emigrazione forzata. Jaspers rifiutò di divorziare e si ritirò a vivere come un recluso nella sua Heidelberg, dove i nazisti lo tollerarono soddisfatti di averlo ridotto ormai al silenzio.

Alla fine della guerra fu riabilitato all’insegnamento universitario e, come suo primo compito, si dedicò a parlare alla Germania, che stava soffrendo, nelle dure imposizioni dei vincitori, le conseguenze della guerra e degli stermini voluti dai nazisti. Ai tedeschi Jaspers disse che la sopportazione delle sanzioni, anche da parte di chi non aveva appoggiato il nazismo, era l’unica via per la purificazione, senza la quale non avrebbero avuto diritto alla libertà politica e alla pari dignità con gli altri popoli. La purificazione dalla colpa che aveva  macchiato tutti i tedeschi sia quelli che avevano appoggiato Hitler, sia quelli che lo avevano sopportato a malincuore, sia quelli che avevano tentato di osteggiarlo: “Che noi siamo ancora vivi, questa è la nostra colpa”, così concludeva Jaspers.

Per Jaspers riconoscere la colpa (per pentirsene) comporta l’approfondimento di quattro livelli di colpa:

dalla colpa criminale

alla colpa politica,

alla colpa morale,

alla colpa metafisica.

 

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La questione della colpa secondo Karl Jaspers | Ipse Dixit.


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