Spiegazione della maglietta.
Non più tardi di tre mesi fa ho messo da parte un piccolo budget da spendere per impreziosire il mio blog, ma anche il tumblr Plutonia Lab, e altre cosine.
Avevo le idee molto chiare (a dire il vero sono chiare ancora adesso). Mi interessava realizzare alcuni concept art esclusivi per i progetti Due Minuti a Mezzanotte e Tomato Moth. Volevo far tradurre in inglese un paio di miei ebook, partendo senz’altro da Pandemic AD. Come terza idea intendevo far realizzare alcuni shooting da fotografi e modelle conosciuti in questi anni di blogging, qualcosa che sia al contempo a tema coi progetti già citati, ma in chiave sexy.
Come sempre accade quando mi faccio prendere da queste idee, mi son messo subito all’opera per contattare le cinque/sei persone che avevo in mente di ingaggiare per tutte queste iniziative. Il risultato? A tre mesi di tempo da allora non ho avuto ancora nessuna risposta concreta.
In realtà qualcuno si è dichiarato fin da subito disponibile, ancor prima che manifestassi il mio intento di pagare per il lavoro svolto, cosa che in Italia (me ne rendo conto) è talmente strana da risultare perfino sospetta.
Il punto è che di preventivi veri e propri non me ne sono arrivati, nemmeno dopo i miei ulteriori solleciti.
Il che mi ha fatto un po’ arrabbiare, lo ammetto. Innanzitutto perché non viviamo in eterno, quindi ciò che intendo realizzare vorrei vederlo fatto e finito prima di diventare vecchio. Secondariamente perché si parla tanto dei lavori “creativi” che non vengono remunerati, e poi quando uno si offre di pagare ecco che trova il deserto davanti a sé.
Sbollita un po’ l’incazzatura credo di aver individuato qual è l’essenza del problema: la mancanza di fiducia nel prossimo.
Faccenda tutta italiana, a quanto pare.
Oramai c’è questa diffusa diffidenza nel prossimo, che rende molto difficile qualunque collaborazione, anche le più oneste e cristalline.
Del resto veniamo da anni in cui la fregatura è diventata l’unica certezza, specialmente in taluni ambienti.
Nessuno paga più il lavoro freelance, la legge non tutela certe professioni e molti, moltissimi soggetti se ne sono approfittati.
In questo ultimo decennio ho sentito le storie di traduttori che hanno aspettato fino a due anni per ricevere parte della retribuzione per il lavoro svolto, ma anche fotografi gabbati da chi li ha ingaggiati, webmaster ricompensati con la sola “visibilità” etc etc.
Il rapporto di fiducia si è quindi incrinato.
Il patto “tra gentiluomini” non è più una valida moneta di scambio, perché di gentiluomini ce ne sono in giro pochi.
Devo ammettere che questa sfiducia colpisce anche me, che pure me ne lamento. Non partecipo più da anni a concorsi letterari e ad antologie, avendone abbastanza delle fregature subite in passato. Non collaboro con webzine e portali, perché quando mi è capitato di farlo non sono mai stato pagato, e sono spesso stato trattato pur come l’ultimo dei facchini redazionali (cosa che, regalando articoli a costo zero, non fa particolarmente piacere).
Tuttavia capite bene che il protarsi di questa situazione mentale non permette all’ambiente di rigenerarsi. Ci si chiude in gruppuscoli più o meno autonomi, come se fossero clan di bellicosi highlanders, e si guarda con sospetto il vicino. Non ci sono scambi, perché spesso dietro di essi c’è qualche brutta gabola. Eppure, così facendo, diventa difficile interagire e ingaggiare persone per specifici lavoretti o collaborazioni.
La soluzione c’è, ed è una soltanto: imparare a fidarsi di più.
Già, ma chi lo farà per primo?
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