«Faremo come Temistocle che decide di affrontare per mare l'armata persiana anziché aspettarne l'arrivo dietro le spesse mura di Atene». Il 21 aprile 2007, io c'ero, al Mandela Forum di Firenze, ultimo congresso dei Democratici di Sinistra prima dello scioglimento nel futuro Pd. Queste parole introducevano il secondo discorso più applaudito. Il primo era stato quello di Fabio Mussi, che disse "basta, io scendo qui". Ricordo benissimo la standing ovation, sincera ed emozionata. Titolare di quelle parole auliche era invece Anna Finocchiaro. Sembrava proprio un discorso da leader in pectore. Lei era emozionata, ogni tanto la voce tremò in quel discorso. Il piglio comunque ce l'ha, la signora, una bellissima signora, nata a Modica, 60 anni il prossimo marzo. L'anno prima, nel 2006, dopo la prima elezione di Napolitano al Quirinale, ebbe a dire: «Un uomo con il mio curriculum l'avrebbero già fatto presidente». Ecco, diciamo che forse Anna Maria Paola Luigia Finocchiaro in Fidelbo ci ha creduto davvero di salire al Colle. E può sperare ancora, in realtà. Piace anche a parte della destra, che tutto sommato subisce il fascino di certi dalemiani. Infatti si dice che lei stessa abbia sondato la disponibilità di Berlusconi a votarla...
Lei, che era inizialmente contraria alla svolta della Bolognina.
Un anno dopo l'evocazione di Temistocle, l'11 aprile 2008, Anna Finocchiaro era davanti al mio vecchio liceo e al Teatro Garibaldi, a Modica. Scelse quella parte del centralissimo corso Umberto I come piazza, piccola, raccolta e intima, per la chiusura della campagna elettorale per le elezioni regionali in Sicilia. Lei era la candidata che il centrosinistra opponeva a Raffaele Lombardo. Anna perse, e pure malissimo, ma non se ne fece cruccio perché intanto aveva già pronto il paracadute senatoriale (eletta in Emilia-Romagna). Illuse e si illuse, perse e se ne andò. Ma io me la ricordo quella sera lì. Emozionata ancora, nella sua città natale, insieme a tanti amici e compagni d'avventura politica. C'era molta sinistra e lei salutò con affetto sincero il Crocetta comunista sindaco di Gela e persino quelli che non aderirono al Pd restando nell'effimera Sinistra democratica. Presentava la serata un roboante Luca Zingaretti, alias Montalbano. Illusione completa. Era candidata in un sostanziale ticket con Rita Borsellino.
Il suo nome adesso ritorna nella lista dei "quirinabili". Se davvero Renzi vorrà imporre un nome femminile, lei sarebbe accreditata, al di là della solita candidatura di bandiera di Emma Bonino. Ma rischierebbe di essere una scelta molto "politica", anche nel senso meno edificante. Potrebbe farcela solo se la politica decidesse di fare un favore a se stessa e ignorare il sentire comune. Sarebbe cinico soprassedere sulle grane giudiziarie del marito e sulla squallida vicenda della scorta all'Ikea. Della serie: il diavolo fa le padelle ma non i coperchi.