Si è laureato alla Doshisha University di Kyoto nel 1957. Nel 1965 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio “Oku no Mōsō” per la casa editrice Kadokawa Shoten e nel 1967 “Toki o Kakeru Shōjo” (La ragazza che saltava nel tempo), probabilmente la sua opera più nota anche all’estero.
Ha vinto diversi premi, tra cui i prestigiosi Tanizaki Prize e il Nihon SF Taisho Award, rispettivamente nel 1987 e nel 1992. Nel 1997 ha ricevuto anche la decorazione a cavaliere dall’Ordre des Arts et des Lettres da parte del ministero della cultura francese.
Alcuni suoi romanzi, tra cui “La ragazza che saltava nel tempo” (con il titolo “The Girl Who Leapt Through Time”), “Paprika” e una raccolta di storie brevi sono stati pubblicati in inglese dalla casa editrice Alma Books.
“La ragazza che saltava nel tempo” ha visto in Giappone diversi adattamenti nel corso degli anni, tra cui una serie TV nel 1972, un film nel 1983 e in seguito altre serie TV e films fino al più recente uscito nel Marzo del 2010 e infine un manga in due volumi nel 2004, con un sequel pubblicato tra il 2009 e il 2010.
Il film d’animazione è invece un sequel della storia originale ed è stato trasmesso nel 2006, preceduto di pochi mesi da un adattamento manga, entrambi tradotti in inglese nel 2009.
Altra opera di Yasutaka Tsutsui trasposta in film d’animazione è Paprika, uscito nel 1993.
Trama
[Nota: La trama si riferisce al film d'animazione, classificato come il seguito del romanzo originale in cui la protagonista era Kazuko Yoshiyama, che nel film è invece la figura secondaria della zia della protagonista.]
Makoto è una ragazza che frequenta le superiori, allegra, vivace e ottimista. Ama passare il tempo libero con i suoi due migliori amici Chiaki e
Kōsuke giocando a baseball e uscendo con loro. Una mattina, quando si appresta ad andare a scuola, la madre le consegna delle pesche chiedendole di portarle alla zia, restauratrice di opere d’arte che lavora presso il museo, dopo le lezioni.
Nonostante il ritardo con cui è uscita, Makoto è convinta che sarà un giorno fortunato e pedala con energia verso la scuola.
La giornata si rivela invece tra le più disastrose, iniziando con un test a sorpresa che la ragazza lascerà praticamente in bianco, proseguendo con degli errori alla lezione di cucina e una serie di piccoli, sfortunati eventi che si susseguono casualmente.
Finite le lezioni, Makoto si reca nel laboratorio di scienze per portare dei fascicoli, ma scorgerà una figura misteriosa e, per scoprirne l’identità, scivolerà su uno strano oggetto mentre una serie di immagini le attraverseranno la mente.
Credendo d’esser solo stordita per la caduta non darà peso alla cosa. Recuperata in seguito la bicicletta si dirige rapida verso il museo dove lavora sua zia evitando per un soffio una donna per strada, ma i freni si guastano all’improvviso poco prima di un passaggio a livello chiuso.
Non potendo impedire l’urto, Makoto viene sbalzata in avanti verso i binari, proprio mentre sta per passare il treno. In un istante la ragazza si rende conto che la sua vita è giunta al termine e rivive con rimpianto gli errori del suo ultimo giorno.
Avverte l’urto, ma quando riapre gli occhi scopre di essere in terra, ancora sulla strada che aveva attraversato pochi minuti prima, mentre la donna che ha investito le sta rimproverando aspramente per la sua condotta avventata.
Giunta dalla zia le racconta meravigliata l’accaduto, ma questa non sembra particolarmente stupita e le spiega con calma che ha fatto un salto nel tempo. Makoto è all’inizio incredula, ma deve ammettere che non esiste altra spiegazione.
Tornata a casa cerca di comprendere se è in grado di replicare l’evento e il giorno dopo inizia a fare delle prove.
Scopre infine il modo di attivare volontariamente questa capacità e inizia a saltare indietro nel tempo per vivere al meglio ogni evento delle sue giornate e prolungare i momenti piacevoli con i suoi due amici, cedendo alla tentazione di crearsi una vita perfetta.
Quel che non ha considerato è che ogni cambiamento, per quanto minimo, può generare un effetto farfalla e avere conseguenze inaspettate e terribili sull’esistenza degli altri.
Film d’animazione
Studio d’animazione: Madhouse
Regista: Mamoru Hosoda
Sceneggiatore: Satoko Okudera
Data d’uscita nei cinema giapponesi: 15 Luglio 2006
Durata: 98 minuti
Trasmesso in Italia: la prima volta su Rai 4 il 24 Dicembre 2009.
Italia: DVD edito dall’editore francese Kaze.
Al di fuori del Giappone è stato tradotto anche in: inglese, francese, tedesco, russo,spagnolo, cinese e taiwanese.
Voto:
Adattamento manga del film d’animazione
Titolo: The Girl Who Leapt Through Time
Disegnatore: Ranmaru Kotone
Editore Giapponese: Kadokawa Shoten
Genere: fantascienza, avventura, romance, vita scolastica
Volumi: uno
Italia: edito nel 2006 da Panini Comics con il titolo “La ragazza che saltava nel tempo (Tokikake)”.
Romanzo originale e prequel del film
Autore: Yasutaka Tsutsui
Editore inglese: Alma Books
Prezzo edizione inglese kindle: € 6,14
Genere: fantascienza, avventura, romance, vita scolastica, psicologico, mistero
Pagine: 172
Italia: Attualmente inedito in Italia.
Recensione Uno sguardo globale al film, al manga e al romanzo
by Cloud Orion
Avviso: Vorrei precisare che, siccome la versione che possiedo del film è quella inglese, non posso dare un giudizio specifico sull’edizione in lingua italiana.
Il film ha un buon ritmo che mantiene l’attenzione costante per l’intera durata. Gli eventi si susseguono in modo chiaro, anche quando i salti indietro nel tempo si fanno più frequenti. L’imprevedibilità delle conseguenze delle azioni di Makoto e come lei inizia freneticamente a cercare il modo di sistemare ogni cosa al
Anche il lento formarsi nel suo cuore di sentimenti prima assenti è verosimile e non stupisce che possano inizialmente confonderla.
L’animazione e la fluidità dei movimenti sono buone e il character design, semplice e vagamente orientato al realistico, ben si adatta a questa storia.
Per quanto le basi teorico-scientifiche dei salti nel tempo operati da Makoto siano quasi del tutto assenti, e anche quel poco che è spiegato sia quantomeno discutibile, il film è piacevole da guardare e sia l’animazione che la regia concorrono a rendere emozionanti le parti di maggiore tensione.
I personaggi sono abbastanza ben caratterizzati, soprattutto Makoto e il suo, a volte irritante, ostinarsi nel mantenere inalterato il suo mondo e il rapporto con i suoi due migliori amici. Nonostante l’ingenuità egoistica delle sue azioni, risulta una protagonista simpatica e l’impegno che mette nel tentare di risolvere i problemi, che ha involontariamente causato, l’assolvono da un possibile giudizio negativo dovuto alla sua impulsività e superficialità iniziale.
Non vorrei però fuorviare chi avesse intenzione di guardarlo. In realtà, la visione non ne risulta compromessa in quanto questi “misteri” riguardano dettagli marginali che non influiscono direttamente sulla trama.
Le differenze con l’adattamento manga sono soltanto lievi e non contribuiscono a chiarire le parti che il film lascia oscure.
Il tratto della versione cartacea è di buona qualità e molto simile a quello del film. La trama è pressoché identica con, forse, qualche sfumatura in più sulla personalità dei personaggi, e delle pagine finali aggiuntive che riguardano la zia e rendono un poco più completo il suo personaggio.
Il romanzo, davvero breve, è abbastanza piacevole da leggere e consta in realtà di due storie separate e distinte.
Della prima, appunto The Girl Who Leapt Through Time, posso dire subito che sono rimasta perplessa dalla somiglianza della trama con quella del manga e
La storia vede protagonista Kazuko la cui vicenda sembra ricalcare quella che vivrà sua nipote anni dopo, compresa la cameratesca amicizia con due suoi compagni di scuola.
Sinceramente non capisco perché il film d’animazione sia stato classificato come sequel del romanzo e non come adattamento, termine che vedrei decisamente più appropriato. Le somiglianze tra le due protagoniste e le loro vicende sono maggiori delle differenze, rendendo prevedibile gran parte dell’opera e il finale.
Un po’ deludente visto che mi aspettavo di veder chiariti alcuni aspetti. Inaspettatamente invece, e in modo alquanto frustrante, la lettura del romanzo non ha fatto che amplificare le domande che mi ero posta guardando il film, aggiungendone di nuove.
Lo stile è quello classico da light novel giapponese, senza grandi pretese stilistiche, almeno a giudicare dalla traduzione inglese, ma semplice e scorrevole. Qualche ingenuità nella descrizione dei sentimenti della protagonista possono derivare da differenze culturali nel modo di esprimerli, forse più accentuati all’epoca della pubblicazione (1967) rispetto a oggi.
La seconda storia, The stuff that nightmare are made of è stata invece una piacevole sorpresa.
Masako è una studentessa che vive, assieme ai genitori e un fratello più piccolo, un’esistenza normale. Suo migliore amico è Bunichi, un ragazzo gentile e sempre disponibile ad aiutarla.
Il concetto di base non è ormai tra i più originali, come magari poteva essere quasi cinquant’anni fa, ma è portato avanti con un buon ritmo, accrescendo con lo scorrere delle pagine la curiosità e la tensione del lettore.
Tirando le somme, dopo aver approfondito quest’opera posso dire che il film merita di essere guardato, il manga potrebbe darne una visione più completa, mentre più incerta sarei nel consigliare la successiva lettura del romanzo, che potrebbe risultare deludente per molti.
Se comunque vi piacciono le trame con un tocco di mistero psicologico, credo apprezzerete la seconda storia, per quanto totalmente slegata dal titolo principale di questa recensione.
Commento personale
Essendo un’appassionata di varie scienze, non posso guardare o leggere un’opera che tratta di viaggi nel tempo senza valutare in modo critico la teoria fisica su cui si basa, trovando irritanti le spiegazioni soltanto accennate e nebulose o posate su basi prive di logica. A chiunque possa avere il medesimo “problema” consiglio di mettere da parte ogni sua conoscenza e considerare il film, più che fantascientifico, fantastico.