Negli anni ho comprato sempre poco di frequente riviste musicali, perché ahimé talune (Mucchio, per citarne una) costano per le tasche di una studentessa fuorisede che deve trascorrere l’intera giornata fuori casa tutti i giorni ed anche perché non mi ispiravano così tanto da portarmi ad acquistarle.
Acquistavo talvolta XL, però. Un bel magazine fuori rotta con recensioni curate e giudizi discreti sugli album in uscita, nonché articoli variegati che spaziavano dalla musica all’intervistona fino alle pagine riguardanti videogiochi e fumetti.
XL sta per chiudere i battenti e l’ho scoperto leggendo l’ultimo numero in edicola con copertina di Gipi e Zerocalcare e album gratuito in allegato (Puglia sounds) di cui vi parlerò prossimamente. I motivi della chiusura sono tutti ricollegabili ad un solo grande problema: la rivista non vende abbastanza, non “tira” più e perde il confronto con il web e la velocità della carta virtuale e delle informazioni racchiuse in pochi click di mouse o pochi tocchi sullo schermo di un pc. Una tristezza, perché non ho mai amato particolarmente leggere riviste sul web e perché credo che il supporto cartaceo debba rimanere presenza fissa, dove sfogliare le interviste e guardare le fotografie con attenzione senza pensare subito a quale social destinare la prima condivisione. E’ un discorso che ritorna, nel blog, poiché parlai già del divario analogico/ digitale nel post sugli e-book e sul piacere della lettura su carta.
La Repubblica non è nuova a queste chiusure: lo scorso anno terminò il suo viaggetto piuttosto burrascoso il buon Velvet, divenuto negli ultimi mesi un mattone di pubblicità che aiutavano la baracca a rimanere in piedi ancora un po’. Ed ora tocca ad XL, una rivista che proponeva cd interessanti a prezzi economicamente buoni e che ha sempre spinto per promuovere la musica italiana migliore che non si fermasse ai Modà o a Luciano Ligabue e Vasco Rossi ma che andasse oltre, verso i più giovani. A me viene da dire solo ecchecazzo questo paesucolo non riesce proprio a fare qualcosina di buono, eh? Non ce la facciamo a mantenere aperta la mente e a sorreggere la cultura, vero? Chiude lo Spazio Forma a Milano, chiude ogni piccolo barlume di giovane promessa italiana, chiude pure una rivista discreta e con relativamente poca pubblicità… Mi aspetto che chiuda anche ciò che di buono è rimasto culturalmente a Bologna, a questo punto! Potrei svegliarmi domani mattina e leggere che il Teatro S. Martino è stato chiuso e che la piccolissima galleria / spazio espositivo aperta da una manciata di giovani a pochi metri dall’Accademia nemmeno due anni fa perisca entro un niente: mi aspetto di tutto perché questo è un paese per vecchi ed allo stesso tempo è un paese che vuole essere moderno ed evoluto ma dalla parte sbagliata: uccidendo il passato in quelle forme positive nelle quali ancora si presenta (l’analogico) e soffocando il futuro positivo rappresentato da chi vuole produrre qualcosa che permetta il contatto diretto con la bellezza e l’arte.
Paese di stolti.
Una cosa bella però c’è: nel numero di novembre XL propone un piccolissimo assaggio dell’ultimo lavoro del fumettista Gipi, unastoria, di cui qui vi propongo la tavola finale, la mia preferita. Cliccate sull’immagine per ingrandirla e leggere le parole, bellissime, di Gipi.
La mobilitazione per evitare la chiusura del giornale è ancora in atto da parte di lettori e, a sorpresa, di qualche volto noto come i Marta sui tubi. Nell’incertezza, vi consiglio di correre in edicola ad acquistare XL: potrebbe essere l’ultima copia che potrete leggere del giornale in “carne ed ossa”.