La ragazza del giglio

Creato il 06 luglio 2011 da Cultura Salentina

di Jose Pascal

Pasquale Urso, litografia

La prima volta che vidi Matilda fu quasi tre anni or sono.

Camminando sul ciglio di una strada io e Faniglio
vedemmo una ragazza che raccoglieva un giglio,
dal balcone di Gina Millecolori,
la proprietaria del Bar Arcobaleno.

Saltellando di qua e di là raggiungemmo in un batter d’occhio la ragazza del giglio,
così la chiamai quando fummo vicino a lei a meno di un millimiglio.

All’inizio i suoi occhi profondamente verdi, da perdersi nell’abisso dell’amore, furono scostanti e indispettiti.

Ma quando i nostri sguardi si incontrarono per un eterno momento fu semplice capire che le nostre vite fluttuanti e senza una meta avevano trovato il rifugio comune,
il compagno di viaggio,
l’anima gemella,
la serenità di vivere insieme la sconosciuta quotidianità.

Il resto della storia sarà il signor Tempo a raccontarcelo.

Fortunatamente da quel giorno, quando vedo i suoi occhi profondamente verdi sospiro,
sorrido e il mio cuore danza festosamente dentro me.

Penso sempre a quella volta in cui Matilda raccoglieva un giglio e la mia vita
era ancora e soltanto un pigro sbadiglio.

Estratto dalla scatola di latta


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