David però è costretto ad assistere anche a torture fisiche sulla povera Meg che aveva avuto la cattiva idea di raccontare di sua zia al poliziotto della cittadina in cui abitano e a non poter far nulla quando lei, imprigionata nel seminterrato della casa in cui abita, legata mani e piedi , costretta alla stazione eretta, totalmente ignuda, è destinata a subire ogni tipo di angheria e di violenza dalla psicopatica Ruth e dai suoi figli.
E anche altri ragazzi del paese che sanno o che hanno assistito non parlano, minacciati da Ruth.
La ragazza della porta accanto è ispirato al caso di Sylvia Likens ( che se avete un po' voglia di leggere, potete trovare qui) ed è tratto dall'omonimo romanzo di Jack Ketchum del 1989 a cui si è ispirato alla lontana anche Lucky McKee per il suo The Woman del 2011 ( di cui abbiamo già parlato qua ).
Diciamo che se uno avesse già visto il film appena citato gli viene a mancare l'effetto sorpresa anche se questa pellicola firmata da Gregory Wilson nel 2007 racconta la vicenda da un altro punto di vista fermandosi molto più in superficie rispetto a quanto fatto in The Woman.
Superficie ma per modo di dire perché nonostante una confezione un po' piatta e uno stile vagamente televisivo, di mazzate per lo spettatore ne volano tante anche qua, non mostrate chiaramente come succedeva nel film di McKee, ma suggerite in modo più che appropriato, determinando l'effetto voluto, vale a dire orrore e raccapriccio.
La seconda parte del film è ambientata per la quasi totalità del minutaggio nel seminterrato della casa di Ruth in un escalation di torture e di violenze veramente difficile da accettare e sopportare a cuor leggero.
E se poi si pensa che tutto è tratto da una storia realmente accaduta, beh, tutto diventa ancora più pesante e difficile da metabolizzare.
A tratti insostenibile.
Qui non ci troviamo di fronte a un torture porn da inserire tra gli epigoni dei vari Hostel o Saw, ma di un film che parla dei mostri che si aggirano nella profonda provincia americana bigotta e puritana.
Il fulcro non è la tortura in sè, di fatto più suggerita che mostrata al contrario di quello che succederebbe in un qualsiasi torture porn, ma è la cornice in cui vengono inserite, un substrato ambientale scompaginato che da solo non può però giustificare una crudeltà così esasperata verso una ragazzina, colpevole solo di esistere.
In una sequenza particolarmente efferata dal punto di vista psicologico quello che colpisce non è Ruth che sta scolpendo col fuoco una scritta infamante sull'addome di Meg, sconvolge molto di più che una ragazzina del quartiere assiste tranquillamente a tutto questo sorseggiando beatamente la sua Coca Cola.
La ragazza della porta accanto è uno di quei film di cui tutti parlano ma in realtà è stato visto molto meno di quanto ti aspetteresti nonostante annoveri tra i suoi fans un certo Stephen King che ha parlato di questo film come l'unico che lo abbia sconvolto veramente dai tempi di Henry,pioggia di sangue.
Il film di Wilson è molto più importante per quello che racconta piuttosto per come lo dice.
Ma al di là di una confezione e di una fotografia vagamente televisive è un qualcosa da ricordare.
E' la faccia nascosta del bellissimo Stand by me kinghiano.
A volte l'adolescenza non è un sogno a cui ancorarsi per stare bene....
PERCHE' SI : tratto da un incredibile storia vera, l'orrore più suggerito che mostrato è potentissimo, Blanche Baker incredibile ma anche il resto del cast funziona egregiamente.
PERCHE' NO : la regia non è il massimo, la confezione e la fotografia sono vagamente televisive.
( VOTO : 7 + / 10 )