La Ragazza Gigante della Contea di Aberdeen di Tiffany Baker

Creato il 15 maggio 2011 da Abookbite

Pagine: 416
Titolo originale: The Little Giant of Aberdeen County
Lingua originale: Inglese
Editore: Zero91
Anno di pubblicazione Marzo 2011
Codice EAN: 9788895381374
Voto:  4/5

Quando la madre di Truly Plaice rimase incinta, l’intera cittadina di Aberdeen si riunì per scommettere sul peso del nascituro che era stato capace di deformare così tanto la donna da farle assumere proporzioni epiche. La giovane Truly avrebbe pagato il prezzo della sua enormità. Suo padre la incolpava per la morte della madre avvenuta durante il parto ed era assolutamente mal equipaggiato per crescere la figlia gigante e sua sorella maggiore, nonché suo esatto opposto, Serena Jane, la personificazione della perfezione femminile. Mentre le notevoli dimensioni di Truly la rendono oggetto di curiosità e umiliazioni costanti, la bellezza di Serena Jane si dimostra essere una benedizione e una maledizione allo stesso tempo. Il fatto di essere la più bella ragazza della città la farà infatti diventare l’ossessione di Bob Bob Morgan, il più giovane del clan dei Morgan, dottori di Aberdeen da generazioni. Bob Bob darà il via a una catena di eventi che cambierà il destino dell’intera contea. Crescendo, in età e in larghezza, Truly si troverà sempre più legata al destino di Serena Jane diventando lei stessa uno degli obiettivi dell’intenso interesse di Bob Bob. Scoprendo però il segreto della famiglia Morgan, il libro delle ombre vecchio di secoli, nascosto da Tabitha, prima moglie-strega del dottore, avrà la possibilità di trovare la chiave per il suo unico futuro possibile. Armata dei pericolosi segreti del passato di Aberdeen, Truly affronterà presto decisioni morali in grado di cambiarle la vita. Praticando i suoi rimedi curativi a base di erbe, si sentirà sempre più saldamente legata al cerchio della città, finché non verrà a conoscenza di una rivelazione così enorme da farla apparire minuscola. Truly sarà costretta ad affrontare i propri demoni, ridefinire la pietà e prendere in considerazione la possibilità che l’amore non possa essere ordinato entro certe dimensioni. Magia è la prima parola che mi viene in mente. Questa storia ne è permeata, anche quando non se ne parla aleggia nell’aria. Niente a che fare con la magia di un romanzo fantasy, ma solo (ed è poco?) con quella che è sempre presente nelle nostre vite. Quando un libro ti coinvolge così tanto da sentirti completamente parte della storia, da farti arrabbiare, piangere e ridere con la protagonista. E' un momento di immensa soddisfazione e di piacere dei sensi. Vengono sollevati argomenti molto difficili, come l’accettazione di sé, la necessità di amare ed essere amati che si scontra con la paura – “Senza l’amore, l’anima zampetta fino ai margini del mondo e lì barcolla, confusa.” -, la scelta di porre fine ad una vita sofferente “E’ omicidio oppure compassione quando una delle necessità della vita è proprio la morte?”. Ho ancora il cuore in subbuglio a pensare a questa storia. Non ci sono personaggi marginali, tutti in un modo o nell’altro hanno una caratterizzazione così ben definita che ti sembra quasi di poterli vedere nelle loro occupazioni giornaliere. Robert Morgan, Serena Jane,  Bobbie, le pettegole del paese e soprattutto Amelia e Marcus. Mi mancheranno tutti, mi mancherà Truly, immensamente. E non mi farò scappare le prossime pubblicazioni di Tiffany Baker. Ma chi è questa ragazza che mi ha fatto vivere la sua favola? Quando la mamma di Truly era incinta, era talmente grossa che in tutto il paese si sollevavano scommesse su quale sarebbe stato il peso del bambino, sicuramente un maschio. Quando si è scoperto che la nascitura era una femmina c’è stato un grande sconcerto, nessuno poteva credere che potesse esistere una bambina così enorme. Dalla nascita, all’adolescenza, a quasi tutta la sua esistenza Truly ha vissuto come un gigante, vedendo aumentare la sua mole senza poter far nulla, sapendo di non poter competere con l’amore e l’ammirazione che attirava su di sé la perfetta sorella maggiore, Serena Jane. Truly, sempre oggetto di sguardi indagatori, increduli e offensivi. Frasi della maestra di scuola che non avrebbe mai dimenticato “chiaramente fuori dai limiti della normalità”. La madre è morta partorendola, e il padre, finchè è vissuto, è stato praticamente assente dalle loro vite o sufficientemente ubriaco da disinteressarsene. L’unico legame familiare era quello con Serena Jane, ma alla morte del padre sono state separate e hanno preso strade diverse. Prospettive di vita differenti, le hanno portate ad allontanarsi l’una dall’altra. Per coprire delle azioni della sorella, per amore del nipote, Truly si è trasferita a casa del medico del paese, Robert Morgan, e marito di Serena Jane. Ha abbandonato quel poco che aveva credendo di rinunciare a tutto, ma questo trasferimento ha portato alla luce la misteriosa trapunta di Tabitha con segreti nascosti e con sé, sentimenti, paure e decisioni che Truly mai avrebbe pensato di trovarsi ad affrontare nella sua vita. Curiosità: visitate il sito dell'autrice qui. Estratti dal Libro“Pensai agli occhiali a raggi X pubblicizzati sul retro della scatola di cereali che avevamo comprato la settimana precedente. E proprio in quell’istante, desiderai che mio padre potesse indossarli. Forse allora avrebbe potuto vedere quanto in realtà fossi molto più simile a mia madre di quanto sembrasse.”
“Mi poggiò una mano sulla testa e in quel momento desiderò di essere più bravo a raccontare storie, desiderò di inventarne una dove il gigante non era cattivo ma solo incompreso, dove la principessa era enorme – più grande era meglio andava – dove la bellezza esteriore doveva sempre rispecchiare quella interiore, dove le regine malvagie avevano le sembianze delle vere megere che erano e dove le maestre arroganti venivano imprigionate nelle torri per l’eternità.”“Davanti a noi le nostre ombra danzavano  e ballavano – quella di Amelia, una versione più felice del suo essere, quella di Marcus allungata ed elegante, e la mia così grossa da scivolare sul cemento e sulla strada, dove si trasformava e si allungava fino a quando non riuscivo più a dire dove mi fermavo io e iniziava invece il resto del mondo.”“Mi ricordai che le cose non erano sempre come sembravano, grandi o piccole, belle o squallide. Mi ripromisi di rpestare maggiore attenzione alle cose antorno a me. Non importava come apparissero, ragionai, le cose potevano sempre cambiare, e a volte persino in meglio.”“Ci sono alcune confessioni che vanno fatte faccia a faccia, alcune verità sono così dolorose che devono essere proferite non guardando negli occhi, ma sussurrandole direttamente all’anima dell’altra persona.”

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