“La Rai è padrona di fare ciò che vuole con i suoi programmi, anche di farli realizzare e condurre da altri, logica che, si osserva, potrebbe essere applicata anche a ‘Porta a Porta’, affidandolo a qualcuno diverso da Bruno Vespa”.
Con queste parole polemiche dello staff di Giovanni Minoli sembra infittirsi una vicenda che da un paio di giorni tiene banco nella cronaca. La chiusura di “La storia siamo noi”, storico programma di Rai 3 che da 12 anni appassiona migliaia di persona alla storia e soprattutto alle vicende buie degli anni della Prima Repubblica e ai grandi casi di cronaca risolti e non dell’epoca contemporanea.
Il programma, condotto per tanto tempo da Giovanni Minoli e che era arrivato a immedesimarsi nella sua persona come per tanti format della Rai (come il sopracitato “Porta a Porta”), era divenuto un must per la Rai e aveva anche ottenuto nel gennaio 2012 a New York il prestigioso History Makers International, l’Oscar del Congresso mondiale dei produttori televisivi di storia; riconoscimento assegnato, come recita la motivazione “per l’enorme impulso che ha dato alla crescita di questo genere di approfondimento televisivo in Italia”.
Immediate le proteste della rete e anche del mondo politico, con interrogazioni pronte da presentare al Governo per capire le motivazioni di questo cambiamento, ma intanto l’azienda di Viale Mazzini sembra fare parziale dietro front e cerca di chiarire la sua posizione per bocca del direttore generale Luigi Gubitosi.
“Il programma non chiuderà”, fa sapere Gubitosi, “ma terminerà semplicemente la collaborazione con Minoli, data la politica aziendale di utilizzare per i programmi le risorse interne e non rinnovare i contratti di chi va in pensione” (Minoli lo era già da tre anni, ma aveva beneficiato di un contratto triennale per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, contratto che scadrà il 31 maggio).
In seguito è arrivata anche la replica piuttosto seccata di Minoli: “ La Storia siamo noi’ non è nei palinsesti, questa è la verità”, “la Rai”, prosegue, ”puo’ fare quello che vuole, ma non si dicano bugie”.
Resta ora da vedere se e come la Rai deciderà di riproporre “La storia siamo noi”, nella speranza che il programma stesso non sia, appunto, divenuto storia.
Articolo di Silvio Carnassale.