La Recensione del Mese – Giugno 2012

Da Strawberry @SabyFrag

Questo mese la recensione arriva presto perché  questo libro voglio assolutamente consigliarvelo. Si tratta di Fai bei sogni di Massimo Gramellini.

Titolo: Fai bei sogni

Autore: Massimo Gramellini

Anno: 2012

Editore: Longanesi

Pagine: 209

 

Come ogni anno, l'ultimo dell'anno sono passato a prendere Madrina per accompagnarla dalla mamma.
Madrina è un legno antico ben conservato. Vive da sola in una casa piena di luce, dove legge libri gialli e chiacchiera con le fotografie incorniciate di suo marito. Ogni tanto cambia mensola e parla con la foto della mamma, principalmente di me. Suppongo le taccia le informazioni più scabrose. Che ho avuto due mogli, sia pure una alla volta. E che non ho poi fatto l'avvocato.Mentre la aiutavo a infilarsi il cappotto, è stata lei a portare il discorso sul romanzo che le avevo regalato a Natale.
«L'ho finito stanotte...»
«Ti è piaciuto, anche se non è un giallo?»
«Certo, lo hai scritto tu.»
«E le pagine che riguardano la mamma?»
«Appunto di quelle volevo parlarti.»
«Sono le uniche autobiografiche. Ci ho messo un pezzo della mia storia lı' dentro.»
«Sei sicuro che sia la tua storia?»
«Perché... non lo è?»
«Non é andata proprio cosı'... Caro il mio ragazzo, avrei una cosa da darti.»
L'ho vista armeggiare con chiavi da gnomo intorno ai cassetti del comò. Fra le sue belle mani piene di nodi è spuntata una busta marrone.
Me l'ha consegnata con un tremolio nella voce.
«Dopo quarant'anni sarebbe ora che qualcuno ti dicesse la verità.»

La prima volta che sento parlare id questo libro è da Fazio. Il programma di Fazio mi aveva già fatto conoscere il suo autore, Massimo Gramellini, che prima ignoravo chi fosse dato che non leggo La Stampa e che, a dir la verità, sono ignorante riguardo al mondo del giornalismo. In ogni caso, Fazio mi ha concesso due incredibili scoperte. Il libro mi ha incuriosito fin da subito. Ma come al solito prima di acquistarlo ci ho pensato un pò. E se poi me ne pento? Se è la solita trovata commerciale? Quando il libro inizia a sfornare una ristampa sull’altra, sono sempre più perplessa. “Best seller” mi dice il mio cervello, sapendo che alla sola parola io di solito rifuggo. Ma c’era troppa attrazione. Al Salone di Torino non ce l’ho fatta più. L’ho visto e l’ho comprato. E ho infine capito perché questo romanzo sta conquistando la penisola…

Fai bei sogni è la storia di Massimo, un bambino di nove anni che rimane orfano di madre. E’ la sua storia, quella della sua vita, sempre incompleta, sempre solitaria, mentre Massimo diventa un ragazzo introverso, insicuro, che non riesci ad amare perché non vuole più soffrire. Il senso di abbandono lo accompagnerà dalla sua infanzia alla vita adulta, fatta ancora di storie fugaci, di solitudine, di incomprensione, la più grande quella su se stesso, e di una paura di vivere che lo attanaglia e non gli permette di camminare nel mondo se non solo in punta di piedi, come un elfo, per non disturbare  non essere disturbato, nel tentativo di sparire tra la folla. E’ la storia di un bambino che ama dipingere con le parole ma che una morte nefasta rende ancora più povero, di amore ma anche dei suoi sogni, nonostante la raccomandazione frequente della sua mamma, e di come questi gli si ripresentino in maniera inaspettata, determinando, senza che lui lo voglia, il suo futuro. E’ infine la storia di una busta e di una verità nascoste per oltre 40 anni fino a quella mattina di Natale in cui rivelano con tutta la forza, sconvolgendo ancora una volta una vita da sempre fuori dal coro.

Gramellini ci racconta la sua infanzia, la sua adolescenza, la vita a Torino, a Milano, a Roma, la sua esperienza a Sarajevo, le sue donne, i suoi amori, la sua famiglia e quella madre, troppo presto scomparsa, che è sempre stata, che lo volesse o no, che l’amasse o l’odiasse, il fulcro del suo mondo. Lo fa con uno stile semplice, senza fronzoli, poco ricercato ma quanto mai autentico. Ci aiuta ad addentrarci nelle sue dinamiche familiari, fatte di bistecchine al burro, di una tata priva di sentimenti,  delle partite del Toro in compagnia del padre, una figura spesso temuta, odiata, allontanata ma che si rivela forse la più amata, di richieste d’amore inevase e di ricordi di una felicità che sembra svanita in un attimo, una mattina di neve a cavallo tra un anno e l’altro. Fino a ritrovarla, quella felicità perduta tanti anni prima, in una donna che ai suoi interrogativi contrappone punti esclamativi…Ci si commuove ma si sorride anche, mentre lo seguiamo nelle sue vicende adolescenziali, nelle sue imprese scolastiche con Padre Nico, nei suoi primi passi nel giornalismo e nelle sue disastrose vicende sentimentali. Leggere questo libro è stato come ritrovarsi a un bar davanti a un caffè con una persona che ti svela la verità sulla sua vita, in maniera amichevole e confidenziale, facendoti divertire ma al contempo riflettere, chiedendoti forse aiuto a condividere con lui una parte del suo dolore segreto....

E’ incredibile come un libro che non sembra avere grandi pretese di letterarietà (nonostante sia indubbi ala qualità del giornalista) ma che vuole essere un semplice racconto di vita riesca a lasciarti una traccia profonda nell’animo. Probabilmente in parte è dovuto a una narrazione diretta, a volte cronachistica, ironica e vivace, spesso sarcastica, ma anche molto delicata a intima in diversi punti, che riesce a trascinare e coinvolgere. Le emozioni fanno poi il resto…Quando un libro è ben scritto non c’è bisogno di essere sempre dei maestri della letteratura. A volte anche poche parole sull’ombelico della Carrà possono far breccia nel cuore di un lettore…

Ho letto il romanzo di Gramellini in due giorni. Ho riso e pianto e mi sono arrabbiata insieme a lui. E infine sono rimasta sconvolta al pari di lui, da quell’ultimo atto della vicenda, da quell’ultima verità…e alla fine dell’ultimo capitolo, chiudendo il libro, non ho potuto fare a meno di pensare che Gramellini ci ha fatto un piccolo dono. Ci ha reso partecipi di un qualcosa di più grande, la cui familiarità ci ha permesso di viverlo in linea diretta e di rifletterlo sulle nostre vite. E non sempre questo succede.

Consiglio di leggere questo libro senza pregiudizi o aspettative. Ma di essere davanti a questo romanzo così come lui appare: un libro aperto. In grado di percorrerlo in tutti i suoi angoli e assorbire ogni sua vibrazione. Lasciandovi andare, sarà capace di raccontarvi tutto e di conquistarvi fin dalla prima pagina.

VOTO:

Alcune frasi:

> Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l’assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione.

> Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere: completamente vivi.

> Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più… Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa d’indefinito

> Non esiste momento più bello, all’inizio di una storia, di quando intrecci le dita in quelle dell’altra persona e lei te le stringe. Ti stai affacciando su un mare di possibilità.

Booktrailer


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