La recessione di italiano medio, un filmaccio capatonda

Creato il 05 giugno 2015 da Cannibal Kid
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Italiano medio (Italia 2015) Regia: Marcello Macchia Sceneggiatura: Marcello Macchia Cast: Marcello Macchia, Luigi Luciano, Lavinia Longhi, Barbara Tabita, Franco Mari, Enrico Venti, Gabriella Franchini, Francesco Sblendorio, Rodolfo D'Andrea, Adelaide Manselli, Nino Frassica, Raul Cremona, Andrea Scanzi, Matteo Basso Fin Genere: marcio Se ti piace guarda anche: Mario, Fantozzi, Smetto quando voglio, Limitless
Non avevo mai capito chi era, sto Marcio Capatonda, fino a che non ho sentito che si era fatto Elisatetta Cannalis e allora ho pensato che questo non doveva essere il solito attore omosessuato con la puzza sotto il naso e pure sotto le ascelle e così mi sono detto guardiamoci questo filmaccio capatonda che magari non è proprio una merdaccia totale come tutte quelle merdacce di film per cacche isteriche che si guarda mia moglie consigliata da quel sito democomunista di Pensieri Carnivori che spero Matteo Salvbossi rada al suolo insieme ai Nomadi, che quella Io vagabondo che son io non si può più sentire, non si può. Questa sera per punizione che legge Pensieri Carnivori la frustro, 'sta stroia. Ma prima mi guardo il filmarcio di Caparezza o Capatonda o come pazzo si chiama questo stronzio. Anzi no, prima mi guardo la partita. C'è la sfida per la salvezza nel campionato di Eccellenza e io di partite non me ne perdo una, non me ne perdo, perché io sono un uomo e c'ho due palle così e mi piace il calcio. Mi piace il calcio e le palle... no, cioè, intendevo il calcio e la figa. E stasera me ne vado a puttante, sì perché io me ne faccio tante di zoccole, alla faccia di quella brutta trota di mia moglie. Adesso me ne vado nella sala del cineblog01 a vedermi Italiano medio, ma prima mi prendo la Pillola del critico dopo, che mi farà diventare un critico serio come Vittorio Sgorbio o Mario Luttazzi Fedez.

Italiano medio è la pellicola di debutto in società di Marcio Capotondi, comico anzi giullare di una trasmissione radiofonica chiamata Lo zoo di 105 e di Emme TiVi, la tivù musicale che non trasmette un video musicali dagli anni 90. Dopo l'incredibile insuccesso della sua serie Super Mario tra il pubblico dei più giovani e anche dei più vecchi, adesso Capotonno porta il suo umorismo irriverente e pazzerello anche sul grande schermo. Macho a questo giro eccede però forse un po' troppo nel eccitazionismo, in cui finiscono dentro Aranciata meccanica, Fai da te club e soprattutto Limitcess, già saccheggiato da Look Bresson nel suo Lucciola con Scarpet Johnson & Johnson e qui eccitato nello snodo chiave dell'intera pellicoca-cola. Il protagonista Giulio Verme prende una pillola che, anziché fargli usare il 100% del suo cervello come capita nei due film sopra eccitati, gli fa utilizzare soltanto il 2%, trasformandolo in un babbo di minkia, pardon in un italiano medio. Alcune intuizioni del film sono buone, come l'alternarsi di una fotografia più cupa e neorealista nelle parti dedicate al protagonista in versione seria e una più colorata e neomelodica nelle parti dedicate al protagonista in versione italiano medio. La critica asociale presente a tratti è corrosiva come se ci trovassimo di fronte a un Fantocci moderno. Eppure Maccio su grande schermo non funziona quanto sul piccolo. Perché? Sarà colpa degli zingari? O sarà per il fatto che troppe situazioni, troppi personaggi, troppi attori sono gli stessi della serie Mario, di cui questo film pare quasi uno spinoff, o una puntata più lunga del solito. Il film fa ridere anche i critici seriosi come me - ahahahah sto ancora ridendo! - però la trama è troppo esile, e i giochi di parole, le gag e i tormentoni che in tv funzionano alla perfezione sulla distanza di un allungometraggio perdono un poco della loro potenza comica. Italiano medio comunque si fa guardare che è un piacere e mostra un Maccio Capatonda, vero nome Porcello Macchia, coerente con il suo stile, il suo pensiero e il suo percorso artigianale. Qualcuno potrà bollare questo film come una cretinata pazzesca, qualcun altro lo vedrà invece come una satira pesante nei confronti della società italica, ma la verità, come spesso accade, sta nel medio, nell'Italiano medio. Maccio non sceglie da che parte stare. Maccio è un po' genio e un po' scemo. Un po' critico del sistema e un po' suo complice. Un po' Cacca Zalone e un po' Paolo Selvaggio. Un po' radical-choc e un po' itagliano merdio. E questo film è un po' uno spasso e un po' una delusione. (voto 6/10)
Riassumendo

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