Ovviamente tutto questo si traduce inesorabilmente nel calo turistico e polemiche.
Querelle sui 70.000 € spesi per erigere un grande Corno Rosso portafortuna, il più grande al mondo. Installato nella piazza antistante la facciata della splendida Reggia di Caserta. E subito diventato polemica feroce, tra i contrari e i favorevoli di quest’operazione fortemente voluta dal sindaco della città Pio Del Gaudio. L’opera, dal titolo “Good Luck, Caserta”, è stata realizzata dall’artista Lello Esposito, scultore e pittore napoletano. Innalzata poco prima delle vacanza natalizie e tolta in tutta fretta. Secondo il Corriere della sera, quell’opera giace reclinata difronte a un capannone.
Ma non è l’ultimo scandalo che investe quel monumento che contende a Pompei il primato della cattiva gestione di un bene culturale che potrebbe diventare ricchezza solida in una terra in crisi. Un tempo fiore all’occhiello per l’Italia e oggi diventata un altro simbolo di degrado e incuria. Ritenuta patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, era utilizzata dal pregiudicato Nicola Cosentino, soprannominato il Signore della Reggia, come luogo in cui fare “jogging” e come meta di vacanza.Del resto come poter reprimere l’istinto di correre liberamente in quegli immensi prati verdi.
Superata la vergogna di quanto accaduto, la Reggia di Caserta è stata vittima di un altro spiacevole evento.
Il buco sul tetto, una vora
Una delle architetture più belle e armoniche del Barocco italiano, edificata per volontà dal re Carlo di Borbone estasiato dalla meraviglia del paesaggio. Un giardino all’italiana, un giardino all’inglese, un immenso parco con straordinarie fontane e ricche decorazioni, raccontano la storia del ’700 italiano. E’ lei, la Reggia di Caserta, la sfortunata protagonista delle ultime vicende campane.
Sarà stata la pioggia a dare il colpo di grazia finale al tetto, certo è che la mancata manutenzione di questo storico monumento torna periodicamente al centro delle cronache. Un crollo ancor più grave perché avvenuto in un luogo in cui erano stati realizzati lavori di somma urgenza per i comignoli nel 2012, quando il tetto probabilmente era già in condizioni precarie, dato che è difficile immaginare una trave in legno marcita in così
I turisti nel frattempo la disertano. Il crollo c’è stato negli anni. I numeri ufficiale del ministero raccontano che nel 1996 era al terzo posto dei luoghi più visitati d’Italia. Ora si registra un crollo del 57% in meno.
Mancano i soldi per gli addetti alla pulizie e custodi, così come per la manutenzione. Il sindaco parla di cronica mancanza di fondi anche se trovò quelli per pagare il famoso corno…Forse, prima dell’esate inizieranno i lavori di restauro di una parte della facciata ( 21 milioni di € di fondi già sanziati), lavori che sarebbero dovuti iniziare un mese fa. E così la Reggia ferita, nonostante gli annunci e gli impegni anche dell’ultimo governo, sembra in uno stato al limite del comatoso.
Notizie come queste sono la famosa ultima speranza a cui aggrapparsi, prima di cadere a pezzi definitivamente.