Certo, dobbiamo ricordarci che questo è un romanzo solo. Se Il regno dei lupi era più preparatorio, La regina dei draghi contiene la conclusione del romanzo, quindi man mano che andremo avanti gli avvenimenti si susseguiranno a ritmo sempre più incalzante.
Cominciamo con Sansa, personaggio fin qui non molto amato. Chi è che trova simpatica la principessa perfettina? E poi è stata lei a tradire Ned senza sapere quel che stava facendo davvero, peccato mortale che sta ancora scontando. Joffrey comunque deve sentirsi molto forte a picchiare una ragazza indifesa, peccato solo che esseri infimi come lui non siano solo una finzione narrativa ma che esistano pure nella realtà. Magari non sono re, ma in quanti si divertono a fare del male a chi non può difendersi? Che schifo!
Robb lo vediamo di sfuggita, non ha un proprio punto di vista e quindi o c’è qualcuno con lui o le notizie che lo riguardano ci arrivano di seconda mano. A quanto pare è un ottimo comandante, o almeno sa ascoltare chi gli è vicino, da questo capitolo è impossibile dire quale delle due ipotesi sia vera ma conunque tanto di cappello, non dimentichiamo che ha solo quattordici anni. Il resto, come sa anche Tyrion, sono solo dicerie cattive dei nemici sconfitti.
Noto che Lancel Lannister, ex scudiero di Robert Baratheon al tempo della famosa caccia al cinghiale è un bel pezzo di m…, che Sandor Clegane malgrado la nomea e il volto ustionato è molto più gentile di tanti valorosi cavalieri e che l’unico che prova ad aiutare Sansa è ser Dontos. Lui le deve la vita, vero, comunque almeno prova a parlare, a differenza di quanto non facciano tutti gli altri, e pure a buttare la cosa in farsa per evitare problemi maggiori. Per fortuna che c’è Tyrion.
È appena arrivato in libreria L’arguzia e la saggezza di Tyrion Lannister, libretto che non aggiunge nulla alla saga ma si limita a riunire, raggruppate per temi, alcune delle battute pronunciate dal Folletto all’interno dei romanzi. Solo battute sue, niente dialoghi, frasi totalmente estrapolate dal contesto. E forse perchè le battute non reggono senza contesto non ci sono le risposte che rifila a Joffrey e a ser Boros Blount:
«Non puoi parlarmi a questo modo. Il re fa come gli pare.»
«Davvero? Anche Aerys Targaryen ha fatto come gli pareva. Tua madre ti ha mai detto che cosa gli è successo?»
e subito dopo
«Nessuno minaccia sua Grazia in presenza della Guardia reale!»
«Non sto affatto minacciando il re» rispose Tyrion Lannister inarcando un sopracciglio. «Sto educando mio nipote. Bronn, Timett: la prossima volta che ser Boros apre la bocca… sgozzatelo.» Sogghignò. «Ecco, ser Boros, questa è una minaccia. Capito la differenza?»
In realtà ser Boros un’altra frase la dice e non gli accade nulla, ma ho il sospetto che se la sua frase non avesse fornito a Tyrion lo spunto per dire quello che voleva lui le conseguenze sarebbero state ben diverse.
Una Sansa malconcia – ma senza colpi sul viso, perché il re vuole che la sua promessa sposa resti bella, quale gentilezza! – si fa medicare. Più tardi riesce a parlare con Tyrion e scopriamo cosa ha fatto Robb senza abbellimenti nel racconto. Peccato che Sansa non riesca a fidarsi di lui, anche se la capisco. Con tutto quello che sta passando non può dimenticare che Tyrion l’ha aiutata ma è pur sempre un Lannister. Noi abbiamo un vantaggio su Sansa, potendo entrare nella sua mente sappiamo che non è uno stronzo, ma se si dovesse arrivare a una resa dei conti fra Stark e Lannister con Tyrion che potrebbe far vincere l’una o l’altra parte, quale casa favorirebbe? I due appartengono a mondi distanti, che difficilmente potranno mai davvero comunicare in pace.
Sotto la foto spoiler dal Portale delle tenebre
Per tutta la prima lettura delle Cronache del ghiaccio e del fuoco Tyrion mi preoccupava. Era un bel personaggio, ma era pure sempre un Lannister e nei momenti importanti sapevo che sarebbe stato sempre dalla parte dei Lannister. Sarebbe stato moderato, certo, ma era ovvio con chi si sarebbe schierato. Questo fino a questo volume, in cui l’odio di Cersei, il disgusto di suo padre e le circostanze non lo avrebbero portato ad allontanarsi definitivamente dalla famiglia. Pure Jaime gli ha fatto male, e lui ha fatto del male al fratello per ripicca. Forse i due si riconcilieranno e forse no, Martin non mi sembra esattamente tipo da lieto fine, ma su altre cose, sulla guerra, Tyrion non è più un Lannister.
Sotto la foto spoiler da L’ombra della profezia
Un Lancel Lannister privo di compassione è decisamente diverso da quello che vedremo in seguito. Lo sbruffoncello si credeva chissà chi per il nome che porta, e probabilmente è stato pure orgoglioso del suo ruolo nel far fuori Robert. Nella sua storia però ci sono anche la relazione incestuosa con Cersei, che lo manipola, e i ricatti di Tyrion, che lo manipola a sua volta, davvero un bel percorso il suo. Nonostante la sua freddezza di questo capitolo è Sansa quella che si preoccupa per lui quando viene ferito nella battaglia delle Acque Nere, la fanciulla sarebbe stata davvero una splendida regina se fosse vissuta in un mondo migliore. Il cambiamento subito da Lancel dopo essere stato vicino alla morte comunque è davvero notevole.