La regina del catrame - Emilio Martini

Creato il 05 febbraio 2013 da La Stamberga Dei Lettori

I Contenuti
Il suo nome è Gigi Berté. Commissario Berté. C'è una macchia nel suo passato, un buco nero che gli è costato il trasferimento da Milano a Lungariva, uno di quei paesini liguri troppo pieni d'estate e troppo vuoti d'inverno. In attesa di trovare casa, vive nella pensione della Marzia, una donna bella ma decisamente sovrappeso, l'esatto contrario del suo immaginario erotico. Il commissario ha un segreto che non ha mai rivelato a nessuno: scrive racconti gialli e surreali. Ma poi il morto ammazzato arriva davvero. In un angolo della spiaggia di Lungariva, in mezzo ai bagnanti. Per il commissario Berté è arrivata l'ora di mettersi al lavoro e chissà se per risolvere il caso gli servirà di più la sua esperienza di poliziotto o il suo intuito di scrittore... 
La Recensione
L'editore non mostra la foto dello scrittore perché dietro lo pseudonimo di Emilio Martini si celerebbe effettivamente un vicequestore "che preferisce restare nell'ombra".
Questo dovrebbe essere il romanzo di esordio dell'autore e l'editore Corbaccio segnala che ce ne sono altri duein corso di stampa che ad oggi, infatti, sono già stati pubblicati.Martini tende a sorvolare sulle descrizioni dei luoghi, limitandosi a far esclamare ogni tanto dal protagonista: "vista magnifica da qui!". Anche della scena del crimine, essenziale per capire la dinamica del delitto, viene fatto un accenno abbastanza superficiale e lasciata in gran parte all'immaginazione del lettore.Insufficiente anche la caratterizzazione della maggior parte dei personaggi.
Solo il protagonista, il vicequestore Berté -il cognome è calabrese-, viene descritto compiutamente. Egli è un uomo alto (un metro e ottantacinque centimetri), bruno, con  i capelli lunghi legati a formare una coda, una volta nera e adesso striata di grigio. Questa caratteristica, peraltro, lo rende abbastanza improbabile come rappresentante delle forze dell'ordine. E' inoltre un tipo piuttosto arrogante, presuntuoso e con velleità di scrittore. Il romanzo infatti alterna le indagini sull'omicidio in spiaggia con il racconto surreale che il vicequestore Berté scrive nei momenti di relax. Si ha l'impressione che l'autore abbia voluto scimmiottare Camilleri, in considerazione di alcune somiglianze tra il vicequestore Berté ed il commissario Montalbano. Entrambi i personaggi sono scapoli ma hanno una specie di fidanzata lontana -entrambe bionde e magre- con cui volentieri bisticciano e che, nel caso si presenti qualche ghiotta occasione, sono pronti a tradire. Inoltre hanno un sottoposto a cui far fare il lavoro più noioso di ricerca. Entrambi sono buongustai ed intenditori di  caffè, che pretendono di qualità strettamente arabica. A differenza di Montalbano, il protagonista descritto da Camilleri, quello di Martini, Berté, risulta fortemente antipatico. Contraddittoria anche la sua personalità, visto che, nonostante la spavalderia che dimostra, arrossisce solo a sentirsi chiamare per nome dalla donna titolare della pensione in cui abita. Esagerate talvolta appaiono le reazioni dei personaggi. Il bambino di otto anni che trova la vittima, ad esempio, deve essere ricoverato in ospedale e messo sotto sedativi per lo chock subito. Per la mia esperienza i ragazzini, specie quelli di oggi, mi sembrano molto scafati ed è più probabile che vadano in giro a raccontare agli amici quello che avrebbero visto piuttosto che si facciano prendere da crisi isteriche. Avere degli interlocutori a cui narrare le brutte esperienze vissute è in ogni caso il modo migliore per superare i traumi psicologici. Anche la donna che sviene quando viene a conoscenza dell'identità del colpevole mi sembra mostrare una sensibilità fuori della norma, tenuto conto che non ha rapporti di parentela con l'assassino. I dialoghi e le osservazioni del protagonista appaiono piuttosto banali e mancanti di quella arguzia che caratterizza gli scritti di Camilleri. Tutto ciò in un giallo potrebbe essere un peccato veniale, se l'intreccio risultasse particolarmente avvincente, ma non è  questo il caso. La carenza di informazioni sulla scena del crimine e sulla dislocazione dei bagnanti impedisce al lettore di poter arrivare a scoprire il colpevole autonomamente. L'intuizione del vicequestore Berté non sembra pertanto una gran cosa e il fatto che i colleghi si inchinino al suo "genio" -come il protagonista asserisce di essere chiamato- suona più come una presa in giro che una dimostrazione di stima.
Giudizio:+2stelle+
Articolo di Antonio
Dettagli del libro
  • Titolo: La regina del catrame
  • Autore: Emilio Martini  
  • Editore: Corbaccio
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • ISBN-13: 978-88-6380-418-8
  • Pagine: 127
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - Euro 8,90

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