La Reincarnazione e il suo meccanismo

Creato il 27 ottobre 2014 da Dariosumer

Si può credere o meno nella reincarnazione.
Però se non ci si crede, si perde quella parte di spiegazioni che giustificano il mondo, così come lo osserviamo, che rendono ragione alle apparenti ingiustizie e alla sofferenza dei più.
Personalmente ritengo l'idea della reincarnazione, la migliore spiegazione che mi possa riconciliare con un Dio che non conosco, e che dia un senso alla breve vita di una creatura.
Infatti, secondo questa teoria, l'evoluzione di ogni individuo avviene attraverso molte incarnazioni che gli permettono di capire un aspetto particolare della Realtà diversamente non sperimentabile.
Anche se ci si vuole credere, nessuno di noi può avere la pretesa di comprendere il suo meccanismo, se non per principi generali, i quali derivano dalla logica di quello che si osserva; cioè dai movimenti di una natura in evoluzione, ed anche da antiche saggezze, che in mille linguaggi ci allargano il senso dell'esistenza e ci indicano una...possibilità.
Ci viene detto che la morte è una trasformazione, una tappa fondamentale per poter rinnovare la struttura animica che ci ha consentito di sperimentare un aspetto della vita e della realtà.
Succede che dopo la morte e prima della nuova incarnazione, l'individuo esprime e interiorizza ciò che ha imparato sulla terra.
L'aldilà, allora, deve essere inteso come un momento di sintesi, di realizzazione completa di ciò che si è compreso, e una specie di completamento di quello che sono stati i rapporti interrotti, male gestiti o frustrati dagli eventi.
Vivendo tutto questo, realizzando e sciogliendo i propri desideri, l'individuo fa diventare queste cose, parte indissolubile della prorpia coscienza, la quale acquisisce nuove prospettive e nuove tensioni evolutive.
Dunque, quando l'individuo ha esplorato tutti i piani di esistenza, che la sua sensibilità e conoscenza gli hanno permesso, si trova davanti a un ulteriore livello che però intuisce, ma non comprende.
Questa presa di consapevolezza gli crea la necessità e il bisogno di conoscere e capire, e questi gli inducono il desiderio di incarnarsi per poter successivamente, proseguire ancora più in alto.
Dopo la nuova incarnazione, infatti, ripeterà quel percorso, vivendo situazioni sempre più raffinate fino ad arrivare là dove precedentemente si era dovuto fermare; ma questa volta procede oltre, fino a dove ancora, troverà qualcosa di "inconoscibile" che lo indurrà di nuovo a reincarnarsi per acquisire quegli strumenti che gli permetteranno di conoscerlo.
Questo ciclo di incarnazioni porterà a maturare una coscienza tale che, ad un certo punto l'individuo si accorgerà che non ha più bisogno di ritornare a reincarnarsi, ma è in grado di proseguire autonomamente la sua evoluzione, in piena consapevolezza e coscienza.
L'evoluzione continua, dunque, con modalità e ampiezza che non è facile descrivere.
L'obbiettivo, comunque, è la sensazione di essere un tutt'uno col Cosmo, e, poi, ancora oltre... verso ciò che non possiamo nè capire nè immaginare, che è l'Assoluto, Dio.
E' possibile tutto questo?
Per quanto si possa negare o accettare, rimane un fatto di fede, sia nella negazione che nell'accettazione. Però, se si accetta, questa ipotesi ha il vantaggio di avere dei presupposti di buon senso, e che non tradiscono nè quello che ci indica la logica, nè quello che ci suggerisce il cuore.
Automatismo del Karma
Il principio di vita che genera la pianta, l’animale e l’uomo è trascendente e immanente al tempo stesso, in quanto ciò che noi vediamo di un essere, è solo il suo aspetto immanente, e l’immanenza non è solo quella materiale, ma anche quella animica che nasce cresce e muore in dimensioni oltre la materia più densa e il cui principio vitale si reincarna per rinascere (accresciuto), crescere e morire di nuovo.
Il karma lavora su tutto questo. Non è una legge della sola materia, ma è universale e procede anche in piani di esistenza che noi non riusciamo neanche a immaginare.
Inoltre il karma include anche la morte, fosse anche per aver bevuto una bibita ghiacciata. La morte e la successiva esistenza insegneranno a non bere bibite ghiacciate; se non lo si imparerà, dovremmo ancora avere mal di pancia e, ancora, se necessario, morire per congestione.
Ecco l’automatismo che porta al miglioramento, con la nostra volontà, se le scelte sono quelle giuste (cioè in linea con le leggi di questo Cosmo), o con le ripetute esperienze negative, se le scelte sono quelle sbagliate.
La scelta e la volontà sono parte dell'automatismo perchè lo si può subire con decisioni che derivano dai nostri bisogni o superare con scelte che superano i nostri bisogno a favore di altri.
L'esercizio della nostra volontà e libertà, sta proprio nel superare il bisogno, nell'affrancarci dal meccanismo Karmico insito nell'automatismo.
La vita è espressione, movimento, quindi deve essere immessa in un dinamismo con delle leggi e dei processi di manifestazione che ne rendano l'essenza e la dinamicità. Ecco allora che l'Assoluto, nell'illusorio frazionamento, si esprime con una nascita, un'evoluzione, una trasformazione attraverso la morte in un crescendo di espressione di coscienza fino alla completa realizzazione del tutto-frazionato per arrivare al Tutto-Uno.
Questo modo d'essere dell'Assoluto (necessario affinchè l'Assoluto non sia un monolito senza espressione) siamo noi, cioè le individualità che nascono attraverso le forme di vita più elementari fino ad arrivare all'uomo e procedere oltre in espressioni di coscienza sempre più ampie e raffinate.
Lo spirito, cioè l'essenza di tutto questo, è sempre stato e sempre sarà al di là dello spazio-tempo che ci caratterizza in questa fase evolutiva.
Un giorno, noi ci riconosceremo in Lui, rendendoci conto che non ne siamo mai stati veramente separati, ma saremo consapevoli che abbiamo compiuto l'atto della vita nel conoscere il tutto per identificazione e non per percezione. Per questo ci identifichiamo nel relativo e nel frazionato; per renderlo alla coscienza e "all'essere".Il karma e i piani di esistenza fanno parte di questo relativo e ne sono le modalità.
Dunque il karma non lega, ma insegna; rende evidenti gli errori, costringe l'individuo a muoversi se si fosse cristallizzato, aiuta chi ignora a conoscere. E' la grande legge cosmica della giustizia divina che ci porterà a riconoscerci in Lui.
Tutto è perfetto nella sua funzione ed espressione, come è perfetto il germoglio pur non essendo il fiore o il selvaggio per non essendo il santo o l'uomo pur non essendo Dio.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :