La reincarnazione in Reborn

Creato il 17 giugno 2014 da Miriam Mastrovito @miriammas

Tutto il romanzo ruota intorno a un'idea di reincarnazione di ispirazione neopagana.

La morte coincide con l'inizio di una nuova vita poiché, abbandonato un corpo o un dimensione, la persona torna a vivere in un altro spazio-tempo.

A regolare questo ciclo continuo non vi è però alcun vincolo che rimandi alla condotta morale dell'individuo, in ciò il processo di reincarnazionea cui si fa riferimento nel romanzo si differenzia da quello di stampo buddista. Se nel buddismo il soggetto può reincarnarsi in un essere superiore o inferiore a seconda di come si è comportato nella vita appena conclusasi e aspirare a una progressiva ascesa, in questo caso si "reincarna" in maniera del tutto casuale. La vita che segue può essere peggiore o migliore della precedente ma la sua qualità non ha alcun legame con le sue precedenti azioni. La logica (o assenza di logica) che regola l'eterno ritorno è completamente estranea a quella dei premi e delle punizioni. Inoltre si tratta di un ciclo che non ha mai fine e che, come tale, non contempla punti di arrivo né possibilità di ascesa.

A sottendere questa visione dell'esistenza vi è poi l'idea della coesistenza di dimensioni parallele che corrispondono all'attuazione di tutti i mondi (leggasi anche percorsi) possibili.

Ogni uomo non vive una sola vita ma infinite vite quante sono le possibilità date in teoria. In sostanza, ogni scelta scartata "qui e ora" è una scelta che si realizza da un'altra parte.

Solitamente, nel passaggio da una vita all'altra i ricordi si perdono, tuttavia esistono delle eccezioni. Iuri è un'anomalia in questo senso.

Nel passo che segue Ogma si fa portavoce di questa filosofia di vita: