Nel VI secolo, il Secondo concilio di Costantinopoli ufficializzò l’atto di Costantino, definendo la reincarnazione un’eresia. Come Costantino, anche la Chiesa temeva che l’idea di una vita precedente, concedendo ai fedeli più tempo per cercare la salvezza, potesse minare il suo potere. Tutti concordarono che la minaccia del Giorno del giudizio fosse un deterrente necessario per mantenere comportamenti accettabili.
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Tuttavia, prima del Concilio di Costantinopoli, nel cristianesimo primitivo, padri della Chiesa come Origene, Clemente Alessandrino e san Girolamo, avevano accettato il concetto di reincarnazione, come pure gli gnostici. Inoltre, nel XII secolo, i catari, in Italia e nella Francia meridionale, vennero perseguitati come eretici perché credevano nella reincarnazione.
Mentre cercavo di riorganizzare tutte le informazioni raccolte, capii che, al di là della reincarnazione, catari, gnostici e cabalisti avevano un’altra idea in comune: quella che l’esperienza personale diretta, che trascende ciò che vediamo e comprendiamo con la nostra razionalità o ciò che è insegnato dalla struttura religiosa, sia una fonte inesauribile di saggezza spirituale e stimoli potentemente la crescita spirituale e personale.
[tratto da Oltre le porte del tempo di Brian Weiss, Mondadori]
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