La mia counselor, santa donna, un giorno mi disse “la relazione significativa s’incontra: non si cerca né si forza”. L’obiezione più immediata a questo è : ma allora se non ‘cerco’, cioè se non mi mobilito, cosa posso/devo fare per realizzare il mio desiderio? Dov’è il mio potere di autodeterminazione?In realtà, non si tratta qui di passività quanto di spostare l’azione a ‘esterna’ a ‘interna’, come succede con la meditazione. Si tratta di sviluppare l’atteggiamento mentale dell’ “attesa serena”. Questa dimensione di calma attesa implica la capacità di stare soli, imparare a volersi bene e sviluppare la fiducia che la vita risponderà ai nostri reali bisogni.
La relazione significativa dunque ’s’incontra’ e , altra cosa importante, ‘si riconosce’. Il senso del ‘riconoscimento’ esula da valutazioni meramente mentali/emotive del tipo ‘E’ carino/a, ha un buon lavoro, mi vuole bene, si può fare’. E’ uno ‘scatto’ più profondo che -attenzione- non necessariamente porta una relazione idilliaca o il matrimonio delle favole.Anzi, tale alchimia potrebbe rivelarsi ‘significativa’ proprio perché comporta sfide di comprensione e salti evolutivi notevoli, talvolta faticosi. Per esempio, potrebbe insegnarci a diventare più autonomi e a stare felicemente da soli.
##vedi il post precedente La ricerca dell'amore
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