Quale migliore occasione, e preziosa, far parte di questo racconto collettivo, per ricordare, anche su questo blog, cos'è stata ad Arezzo la "felicità"? «[Ad Arezzo] Come a Gorizia, furono abbattuti i muri e le reti, e si tolsero le sbarre. La demolizione seguì un percorso rituale, prolungato nel tempo, e spesso fu compiuta dai pazienti stessi: "La felicità è stata dare la mazzata sul muro del manicomio. Mi sono venuti i calli sulle mani, ma la soddisfazione con il piccone e col mazzolo di buttare giù quei muri è stata grande"» (p. 253).
Quale migliore occasione, e preziosa, far parte di questo racconto collettivo, per ricordare, anche su questo blog, cos'è stata ad Arezzo la "felicità"? «[Ad Arezzo] Come a Gorizia, furono abbattuti i muri e le reti, e si tolsero le sbarre. La demolizione seguì un percorso rituale, prolungato nel tempo, e spesso fu compiuta dai pazienti stessi: "La felicità è stata dare la mazzata sul muro del manicomio. Mi sono venuti i calli sulle mani, ma la soddisfazione con il piccone e col mazzolo di buttare giù quei muri è stata grande"» (p. 253).